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Cos’è l’Instagram Shadowban?

Cos’è l’Instagram Shadowban ed in che modo può influenzare direttamente la portata del tuo account Instagram? e soprattutto come risolvere questa situazione e “risalire dalle proprie ceneri” non perdendo tutto il lavoro fatto sul più famoso social per immagini? Dopo aver già trattato altri casi di oblio nei social, come accade per gli account bloccati di Facebook, ecco tutto ciò che che bisogna sapere su quando è Instagram a bannarti Cos’è l’Instagram Shadowban? In primo luogo, se non ne hai ancora sentito parlare, un Instagram Shadowban è quando i tuoi hashtag diventano “non rilevabili”.E’ il tentativo di Instagram di impedire che i contenuti contrari ai loro termini di servizio vengano pubblicati ed e incoraggiare gli utenti a giocare secondo le regole, cioè postare contenuti accattivanti, pertinenti e interessanti . Puoi utilizzare i tuoi hashtag, tuttavia verranno mostrati solo nei feed dei tuoi follower attuali. Ciò significa che le tue immagini non verranno mostrate nei feed hashtag di chiunque NON ti segua, ovviamente riducendo la portata del tuo account e rendendo molto più difficile raggiungere un nuovo pubblico. Come sai di essere stato colpito da un Instagram Shadowban? La maggior parte delle persone segnala una drastica riduzione dei Mi piace e commenti sulle loro immagini.Il modo più semplice per scoprire se sei stato colpito è pubblicare una foto e poi chiedere a un amico di non seguirti e controllare il feed hashtag per vedere se la tua foto appare .Se non vengono mostrate le tue immagini, allora potrebbe esserci la possibilità che tu sia stato colpito. Al seguente link puoi trovare uno strumento per controllare se sei stato colpito. Cosa potrebbe causare un Instagram Shadowban? Ecco dei probabili motivi che potrebbero potenzialmente causare un problema Utilizzo di robot: servizi automatizzati e acquisto di follower: i termini di servizio di Instagram sono chiari: non utilizzare nulla che automatizzi , incluso l’uso di programmi bot per commentare come te, o servizi di pubblicazione automatica. Usare i bot per ottenere follower e far crescere il tuo account potrebbe sembrare un modo semplice per cambiare il passaggio dal feed cronologico a quello basato su algoritmo, ma sicuramente non è una buona idea. Come lo hanno saputo? Se il tuo dispositivo viene rilevato a Los Angeles (dove l’indirizzo IP è del servizio di automazione che utilizzi) e dopo dieci minuti utilizzi il tuo telefono a Chicago con un altro indirizzo IP risulta sospetto (lo stesso vale per Facebook). Usare gli stessi hashtag per mesi e mesi: questo errore innocentepotrebbe costarti la tua visibilità e il tuo coinvolgimento su Instagram è l’utilizzo degli stessi hashtag troppo spesso. Instagram potrebbe considerarlo come spam, anche se stai semplicemente usando gli stessi hashtag sui tuoi post per mantenere la continuità. Fai attenzione a pubblicare esattamente gli stessi hashtag ogni volta che pubblichi e non affidarti troppo agli hashtag di marca. Infatti, secondo Instagram, non dovremmo fare affidamento troppo sugli hashtag in generale! Troppa attività. Se improvvisamente segui tantissime persone, o un intero gruppo di immagini tutte in una volta, potenzialmente potrebbe causare un innesco.Quindi l’utilizzo degli stessi hashtag troppo spesso diventa un grosso problema e Instagram potrebbe considerare il tutto come spam, anche se stai semplicemente usando gli stessi hashtag sui tuoi post per mantenere la continuità. “Hashtags rotti”: Instagram ha iniziato a essere più consapevole sui contenuti, quindi se utilizzi un hashtag che è stato sovraccaricato di post, potresti scoprire che l’intero post non è pubblicato.Come fai a sapere se stai usando un tag rotto?Se fai clic su questo hashtag, non esiste una sezione ‘top posts’, e non potrai scorrere la prima pagina di immagini – troverai che è stata limitata.A volte c’è anche un messaggio in fondo che afferma che il tag è stato limitato a causa di un abuso.Se rimuovi questo hashtag rotto dal tuo set, potresti vedere un aumento istantaneo del problema dell’hashtag. Uso di hashtag bannati: Ci sono alcuni hashtag che probabilmente non userete su Instagram dei quali non sarete sorpresi di scoprire che c’è un divieto generale sul loro uso e se li cercate non mostrano alcun contenuto associato come #tgif.Instagram sta affrontando seriamente il problema dei contenuti inappropriati, pornografici o offensivi, e questo significa vietare o limitare la visibilità di alcuni hashtag che vengono spammati, anche se sembrano abbastanza innocenti.Se pensi che questo potrebbe essere successo a te, cerca gli hashtag che hai utilizzato sull’app. Se vedi solo un numero limitato di post seguito da un messaggio che spiega come sono stati nascosti i post recenti di quel particolare hashtag, è meglio rimuovere quel tag dal tuo post. Il divieto potrebbe essere solo temporaneo, o potrebbe essere sul posto per mesi! Utilizzo di software contro i termini di servizio di Instagram:L’utilizzo di applicazioni di pianificazione di terze parti che postano direttamente su Instagram invece di pianificare i post e richiedono l’approvazione prima della pubblicazione è un’altra ragione per cui potresti essere soggetto a shadowsban. Se il tuo account è stato segnalato per qualsiasi motivo, Instagram potrebbe decidere di spegnerlo o renderlo ‘invisibile’. Evitare di pubblicare contenuti offensivi o usare i bot dovrebbe impedire che ciò accada, ma non si sa mai. Ci sono stati casi in cui gli account aziendali sono stati segnalati dai concorrenti – sfortunatamente, non si può sempre conoscere le motivazioni delle persone per riportare ingiustamente il proprio account. Come posso risolvere un Instagram Shadowban? Il supporto clienti di Instagram è notoriamente inesistente, quindi ecco alcuni consigli: Controlla i tuoi hashtag, sei consapevole di utilizzare un hashtag non funzionante / bloccato? Hai utilizzato servizi di Automation / bot? Tuttavia se non funziona nulla, potresti scoprire che è proprio il tuo indirizzo IP il problema e in alcune misure drastiche il nuovo dispositivo è stato la soluzione.Se il tuo account è stato segnalato per qualsiasi motivo, Instagram potrebbe decidere di spegnerlo o renderlo ‘invisibile’. Evitare di pubblicare contenuti offensivi o usare i bot dovrebbe impedire che ciò accada, ma non si sa mai. Ci sono stati casi in cui gli account aziendali sono stati segnalati dai concorrenti – sfortunatamente, non si può sempre conoscere le motivazioni delle persone per riportare ingiustamente il proprio

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L’importanza del ruolo svolto dal copywriter

Il copywriter: di che cosa si occupa? Il copywriter rappresenta una figura importante, un professionista della comunicazione: si occupa principalmente della stesura di testi pubblicitari pubblicati su quotidiani, radio e televisione, di newsletter, di post su social media, di contenuti di siti web e di blog; il suo compito prevede la stesura di buona parte dei testi che possiamo leggere ogni giorno all’interno di quotidiani, riviste e siti web.  Le sue caratteristiche principali dovrebbero essere legate alla conoscenza e alla padronanza della lingua, ad un determinato livello di creatività, alla conoscenza di strumenti informatici, alle competenze tecniche che permettono di procedere con la realizzazione e la stesura di testi che possono essere funzionali a più di un livello, allo studio dei meccanismi di indicizzazione all’interno dei motori di ricerca. Quest’ultimo aspetto assume un ruolo essenziale in quanto si tratta di strumenti indispensabili e necessari per il marketing e l’ambito web nel suo complesso. Il termine “copywriter” ha cominciato ad essere utilizzato nel XIX secolo e faceva riferimento ad una figura professionale che aveva il compito di scrivere annunci all’interno delle redazioni giornalistiche; successivamente, con lo sviluppo dei mass media, il copywriter ha assunto il ruolo di pubblicitario nell’ambito di agenzie di comunicazione e di pubblicità e il ruolo di freelance. In quest’ultimo caso, può lavorare con l’art director, il quale si occupa principalmente della parte grafica di una pubblicità. “ll copywriter (detto anche semplicemente “copy”) è la persona che scrive tutte le parole della pubblicità (testi per annunci stampa, affissione, radio comunicati e telecomunicati, e così via). Lavora all’interno di un’agenzia pubblicitaria e insieme all’art director (detto anche semplicemente “art”) forma la coppia creativa. Il copywriter e l’art director sono coordinati da un direttore creativo che può, a sua volta, essere o un copywriter o un art director di maggiore esperienza.” (fonte: Wikipedia). Le figure del copywriter e dell’art director sono in grado di combinare le parole e le immagini presenti in una comunicazione di carattere pubblicitario. Si considera la definizione di una strategia creativa che dovrebbe fare riferimento al brief, cioè all’insieme di dati e informazioni relativi al prodotto, al posizionamento, al pubblico, al mercato e agli obiettivi di comunicazione. Il termine “copywriter” ha cominciato ad essere utilizzato nel XIX secolo e faceva riferimento ad una figura professionale che aveva il compito di scrivere annunci all’interno delle redazioni giornalistiche; successivamente, con lo sviluppo dei mass media, il copywriter ha assunto il ruolo di pubblicitario nell’ambito di agenzie di comunicazione e di pubblicità. Alcune tra le principali funzioni svolte dal copywriter La figura professionale del copywriter può svolgere anche altri compiti che non prevedono la presenza e la collaborazione dell’art director; questi compiti sono per esempio la stesura di testi di discorsi ufficiali di imprenditori e di politici, l’attività di naming, cioè la creazione di nomi per produttori o prodotti nuovi, la redazione di comunicati stampa, l’elaborazione e la definizione di una strategia di comunicazione, la scrittura di dialoghi all’interno degli spot pubblicitari, la scrittura di testi di pubblicazioni di vario tipo, che possono essere monografie istituzionali o di prodotto. Nel momento di stesura di un testo o di un articolo, il copywriter deve prendere in considerazione alcune indicazioni precise per svolgere il suo compito nel migliore dei modi e ottenere i risultati desiderati. In primo luogo, è importante definire il target che si vuole raggiungere e per cui si decide di scrivere un determinato contenuto; non ci devono essere contraddizioni come ad esempio la presenza di parole e immagini che dicono cose differenti; il messaggio deve essere efficace e in particolare deve essere appropriato e adatto al pubblico a cui è destinato; la struttura deve essere formale, semplice da decodificare e impostata nel modo corretto. L’aspetto creativo deve essere collegato al contenuto, si deve considerare un’unica idea per poter focalizzarsi sul tema principale.

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Scalare una campagna su facebook

Non basta semplicemente creare una campagna su Facebook per essere sicuri di avere sicuramente successo. Bisogna anche saper scalare la campagna su Facebook in maniera adeguata. Per farlo bisogna prendere in considerazione vari consigli e suggerimenti. Farlo, infatti, non è affatto così semplice come si potrebbe pensare a prima vista. Si può creare una campagna mirata su Facebook Ads anche da varie settimane o persino da più tempo ancora. A questo si aggiungono numerose ottimizzazioni e miglioramenti delle prestazioni, senza però ottenere dei risultati evidenti. Per evitare che questo accada, è necessario seguire i suggerimenti dei professionisti, in modo da rendere una campagna su Facebook Ads molto precisa e adatta al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Difatti, non sempre impostando una buona campagna su questa piattaforma è possibile ottenere dei risultati ottimali e il rischio di frustrazione è costantemente dietro all’angolo.  E non bisogna nemmeno stupirsi se non si riescono subito a ottenere dei buoni risultati, in quanto è un rischio dell’advertising online. Uno di quelli che c’è costantemente, specialmente se si trascura un semplice dettaglio, anche il più piccolo. Cosa fare prima di partire con una campagna Facebook Ads? Il successo di una campagna su Facebook Ads dipende in gran lunga dalla fase di preparazione. Può piacere oppure no, ma al di fuori da ogni dubbio si tratta di una fase dall’incredibile importanza. Certo, all’inizio potrebbe anche sembrare banale, ma sicuramente non lo è. Bisogna definire gli obiettivi e proprio da questo punto di partenza capire come impostare tutta la propria campagna di Advertising online. Spesso questa semplice missione non viene affatto portata a termine e, anzi, molte persone che non sono esperte dell’ambito tendono a ignorare questo tipo di step. Il risultato è quasi sempre lo stesso: la presenza di una fallacia nella costruzione di tutta la campagna online rischia di portare dei risultati particolarmente negativi. Senza sapere cos’è che vogliamo non riusciremo mai a impostare tutta la struttura della campagna in maniera tale da riuscire a raggiungere dei buoni obiettivi. Tra i vari accorgimenti, per esempio, è possibile prendere in considerazione solo e soltanto la propria nicchia di mercato. Già da questa piccola base è possibile partire per sviluppare una campagna di Facebook Ads che a lungo andare e tenendo conto anche degli altri suggerimenti potrà ottenere un certo successo. Aumentare il budget giornaliero: ne vale la pena? Uno dei metodi più usati per raggiungere il successo della propria campagna su Facebook Ads riguarda l’utilizzo del budget giornaliero. Può piacere o no, ma si tratta di un metodo che utilizzano sempre più spesso e, come si può intuire sin da subito, consiste nel’utilizzo della più pura forza. D’altro canto, si tratta di un metodo non molto vantaggioso, in quanto porta a innumerevoli spese. Per questo spesso l’aumento del budget giornaliero viene a tutti gli effetti paragonato all’utilizzo della semplice forza bruta. Negli investimenti (e Facebook Ads non un’esclusione dal caso) si consiglia di eseguire soltanto degli atti mirati, specialmente se non si dispone di un budget particolarmente elevato. In questo modo sarà possibile agire solo su una parte della propria audience, evitando tutti quegli investimenti che potrebbero risultare dannosi. Aumentare costantemente il budget di una campagna su Facebook può risultare sia dannoso che deleterio. D’altro canto, a delle volte è sicuramente inevitabile che questo accada. Specialmente se si vedono i risultati della propria campagna su Facebook, diventa utile pensare a un aumento di budget. Tuttavia, gli investimenti in questo settore devono essere sempre svolti in maniera precisa e dettagliata. I piccoli cambiamenti della campagna su Facebook Prima si era parlato della possibilità d’incrementare il budget aziendale in modo da aumentare anche la qualità degli investimenti. Ma ci sono anche delle altre possibili modifiche da svolgere. In particolare, si può prestare attenzione a tutto ciò che riguarda delle piccole modifiche alla campagna stessa. Modificando l’obiettivo, il budget, analizzando in un modo più preciso l’audience e così via diventa possibile anche ottimizzare tutto il funzionamento della campagna ottenendo dei migliori risultati in merito. Prima di partire si consiglia di fare un piccolo test per valutare il rendimento della campagna. Se il ROI resta invariato, diventa quindi possibile prendere in considerazione un’altra possibilità interessante. In particolare, si potrebbe procedere con l’aumento del budget di base di un ulteriore 20%. Talvolta potrebbe essere razionale sacrificare qualche euro per ottenere una percentuale di conversioni più alte. La resa economica anche in questo caso sarà maggiore.

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L’inbound marketing: di che cosa si tratta?

Le principali caratteristiche dell’Inbound Marketing L’Inbound Marketing ha cominciato a diffondersi nel 2006 ed è diventato fin da subito uno strumento interessante per fare business online. L’idea principale consiste nella realizzazione di contenuti di qualità con lo scopo di condividerli, attirare l’attenzione delle persone verso i propri prodotti e/o servizi, coinvolgere la clientela e cercare nuovi clienti potenziali. Si cerca quindi di creare contenuti in grado di soddisfare l’interesse dei propri clienti in base alle loro esigenze e alle loro richieste. Esso include l’utilizzo di una serie di strategie e di strumenti che sono tipici del web marketing: il sito web, il blog, il SEO, l’Adwords e i Social Media. Lo scopo primario è portare gli utenti a visitare il sito web, svolgere una loro segmentazione considerando le interazioni con i contenuti presenti nel sito, nelle newsletter e nei social media, e successivamente farli diventare propri clienti con la possibilità di incrementare il profitto dell’azienda. I principi basilari su cui si fonda l’Inbound Marketing sono il contesto e il contenuto. Il primo si riferisce all’individuazione dei contenuti che possono risultare più interessanti dal punto di vista degli utenti e successivamente alla definizione di una strategia personalizzata, basata su promozioni e messaggi, che vengono pubblicati nel sito o nel blog.Il secondo concetto fa riferimento all’uso dei social network, i quali contribuiscono all’incremento di una maggiore visibilità e alla creazione di contenuti online che possono essere ricercati dai visitatori. Si dovrebbero considerare alcuni passaggi essenziali, come attirare il traffico, seguire il blog, mantenerlo aggiornato e stabilire le parole chiavi più adatte; convertire il traffico in leads creando landing e un contenuto di un certo livello; concludere, cioè creare contenuti appositi per le lead in quanto si possiedono tutte le informazioni per poter realizzare campagne DEM e definire la programmazione del loro invio; fidelizzare, aspetto che indica l’instaurazione di una relazione stabile con i propri clienti, che deve essere consolidata e garantita attraverso lo svolgimento di attività, come l’organizzazione di eventi. Tutti questi passaggi devono essere seguiti e svolti con particolare attenzione, e in base a ognuno di essi è possibile individuare gli strumenti e definire le strategie migliori per conservare la propria clientela e attrarre nuovi potenziali visitatori. Quali sono le differenze tra l’Inbound Marketing e l’Outbound Marketing? L’Inbound Marketing si differenzia dal cosiddetto Outbound Marketing, il quale rappresenta un metodo di marketing in cui si realizza una conversazione a senso unico con l’utente, con l’obiettivo di inviare e far arrivare il messaggio a un elevato numero di persone; tutto ciò per fare in modo che il proprio messaggio venga ricordato e per cercare di attirare soggetti che potrebbero diventare nuovi clienti.Utilizza gli strumenti tradizionali per diffondere la propria comunicazione: gli spazi sui giornali, i passaggi in radio e gli spot in TV, i volantini che includono pubblicità e l’email marketing. Per questo motivo, l’Outbound Marketing viene definito con l’espressione “marketing tradizionale”. A differenza di quest’ultimo, l’Inbound Marketing adotta metodi come la promozione e la presenza sui social network, la formazione e i blog. Un aspetto essenziale per poter far conoscere l’immagine della propria azienda e per mettere in pratica una corretta comunicazione verso i propri clienti è la presenza online dell’azienda, dei suoi principi, dei prodotti e/o servizi che offre.  E’ fondamentale creare contenuti ed articoli legati ai prodotti all’interno di strumenti come i social media, tra cui si possono citare Facebook e LinkedIn; gli argomenti devono essere interessanti e fornire informazioni utili per i visitatori. Infine, l’Inbound Marketing rappresenta una forma di comunicazione diretta con il consumatore grazie all’utilizzo del sito web o dei social media, in quanto attraverso questi strumenti è possibile interagire, scambiare opinioni, rispondere a commenti o richieste specifiche relative alla propria attività aziendale, aspetto che permette di dimostrare interesse nei confronti dei propri clienti e di nuovi possibili utenti.

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Come deve essere il titolo di un articolo in ottica Seo?

Il tag title è una parte importante di una pagina Web perché è ciò che appare sulla SERP di Google ma come deve essere il titolo di un articolo in ottica Seo? Quando gli utenti navigano i risultati sui motori di ricerca e guardano i titoli di tutti gli articoli o pagine web, vedono per prima cosa il tag che hai impostato. Il modo in cui imposti il titolo di un articolo influenza non solo se un utente ti trova abbastanza interessante da fare clic, ma influenza anche il modo in cui Google guarda la tua pagina web. I robot di Google non possono risolvere problemi o prendere decisioni quindi è il lavoro del tag del titolo (così come alcuni altri fattori) far sapere ai bot di cosa tratta il tuo articolo. Questo li aiuterà a indicizzare e classificare correttamente il tuo articolo in modo che il tuo target si accorga della tua pagina web dandoti così più possibilità di ottenere clic. Nozioni di base sui tag title Per coloro che non hanno familiarità con la Seo, il tag title fa parte del tag Meta, che è parte del codice HTML del tuo sito web. Molte persone inseriscono i metadati senza nemmeno rendersi conto di come vengono effettivamente utilizzati i metadati, quindi è importante capire perché è così cruciale per il tuo business. Il tag title apparirà all’interno dell’area <head>. Ora una cosa che molte persone non si rendono conto dei tag del titolo è che Google ha il potere di cambiarli. Se Google ritiene che il tuo tag title non sia utile per gli utenti, può cambiarlo senza il tuo consenso (e nella maggior parte dei casi probabilmente non ti piacerà altrettanto).  La cosa migliore che puoi fare, tuttavia, è cercare di ottimizzare il tag del titolo in modo che Google non senta il bisogno di cambiarlo. Non c’è garanzia, ma vale la pena provare. La morale della storia: il contenuto di un tag del titolo è incredibilmente importante per un lettore, ma non può far male per essere sicuro che stai formattando il tag per Google. Come assicurarsi che il tuo titolo tag sia ottimizzato Assicurati che sia composto da un massimo di 65 caratteri, inclusi gli spazi:  se scrivi un tag title troppo lungo, probabilmente verrà tagliato in SERP. Considera l’utilizzo di un plug-in: ti aiuterà a verificare che stai eseguendo le migliori pratiche di scrittura del tag title. Per WordPress si raccomando SEO Yoast, ma anche All-In-One SEO Pack è molto valido. Fai ricerche sulle parole chiave che sono effettivamente rilevanti: Questo dovrebbe essere ovvio, ma proprio come nel caso dei contenuti, molte aziende usano parole chiave non correlate. Inserisci la parola chiave nel titolo e se è possibile inseriscila all’inizio: ai motori di ricerca piace vedere la parola chiave più importante all’inizio del tag del titolo. Cosa evitare quando si scrive un tag Title per la SEO 1. Non separare parole o frasi con virgole, trattini bassi o trattini . Invece, usa quello che chiamiamo “pipe”=| Anche se non sei abituato a vederlo sui titoli  sui blog, è una tipologia di punteggiatura che va a dividere in due parti un title ed è un pratica incredibilmente ottimizzato per Google (e consente comunque ai lettori di sapere cosa aspettarsi). 2. Non ripetere la parola chiave più volte: a Google non piace vedere una parola chiave ripetuta all’infinito. 3. Non usare lo slang o qualsiasi tipo di linguaggio figurativo . Devi ricordare che i robot di Google non possono pensare come pensano gli umani. L’utilizzo di figure retoriche o metafore probabilmente non ti farà indicizzare bene da Google, e probabilmente non sarà un termine che otterrà molto volume di ricerca. 4. Non ripetere il tag title . Google odia la duplicazione quando si tratta di tag title. Se hai già scritto un tag title, assicurati che il successivo sia univoco. Puoi pensare ad alcuni sinonimi e partire da lì. La parte più difficile nel creare un tag title è che dobbiamo pensare sia agli utenti che ai bot. Ovviamente colpire gli utenti con titoli fantastici sarebbe l’ideale ma non si può ignorare la  SEO quando è quest’ultima che porta gli utenti al tuo sito in primo luogo. Tuttavia, trovare il giusto equilibrio richiede solo un pò di sana pratica!

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Come attivare un profilo mailchimp?

Al giorno d’oggi sempre più aziende e professionisti scelgono di affidarsi ad un servizio di newsletter di prima qualità: ecco tutto quello che serve sapere su come attivare un profilo Mailchimp. Innanzitutto bisogna precisare che l’iscrizione a Mailchimp è completamente gratuita. Ecco perché non serve pagare alcun canone per poter sfruttare alcune delle principali funzionalità. La prima cosa che bisogna fare è collegarsi alla homepage del sito ufficiale Mailchimp. Qui c’è l’apposita area Sign Up dove è possibile effettuare il login o anche creare un profilo per la prima volta. Si possono inserire diverse informazioni in maniera tale da rendere il profilo quanto più completo possibile. A partire dall’indirizzo fino ad arrivare al collegamento dei profili social, Facebook e Twitter su tutti.  Un consiglio importante è quello di mettere la spunta accanto la voce Subscribe Getting Started: questa funzione garantisce aggiornamenti continui in merito alle funzioni di Mailchimp. E soprattutto viene fornita appositamente una guida per coloro che sono alle prime armi e che potranno conoscere i dettagli principali. Le principali funzioni di Mailchimp possono essere sfruttate gratuitamente ma comunque bisogna ricordare che ci sono limitazioni non da poco come il numero di contatti e il limite di invii mensile. Ci sono perciò dei profili appositi a pagamento che garantiscono funzioni complete di Mailchimp. Creare la propria lista di utenti Nel momento in cui si decide di creare un account Mailchimp è fondamentale fare in modo da avere una lista di utenti. E questa soluzione permette concretamente di aggiornare con costanti newsletter informative le persone che ne fanno parte. Sulla voce Lists presente nel sito è possibile selezionare l’apposita funzione Create a list che permette appunto di aggiungere persone a cui inviare le proprie mail. Non appena avrai creato la tua lista di utenti considera che potrai aggiornarla in qualsiasi momento con una serie di informazioni utili. E ricorda anche che potrai in ogni momento eliminare alcuni contatti che non ti interessano più. Un consiglio importante è quello di selezionare la spunta accanto ad alcune voci. Ad esempio, selezionare Enable Double Opt-In che permette di implementare un sistema a doppia conferma per chi entra a far parte della newsletter. Va messa la spunta anche accanto a Daily Summary in maniera tale da conoscere sempre l’elenco di utenti che vengono raggiunti dalle mail, e One-by-one. Questa funzione garantisce l’invio di una notifica non appena un nuovo utente decide di iscriversi alla newsletter. Inviare le mail per le proprie newsletter Una volta che viene attivato il profilo creato su Mailchimp è fondamentale procedere con l’invio delle mail. In questo modo si possono dare informazioni utili agli utenti, o anche far conoscere promozioni, prodotti e molto altro ancora. Il servizio di newsletter di Mailchimp permette di inviare mail immediatamente. Bisogna perciò partire con la creazione di una campagna: ecco perché è bene cliccare sull’apposita voce Campaigns, digitando successivamente Create a new campaign. A questo punto si può creare la mail da inviare in maniera tale da attirare gli utenti e fare in modo che possano leggerla con un certo interesse. Mentre non bisogna dimenticarsi della funzionalità di Mailchimp che permette anche di inviare mail ad appositi elenchi di persone. Si potrebbe perciò focalizzare una determinata mail solamente ai clienti appassionati oppure a coloro che si occupano di un determinato settore nello specifico.  Ci sono anche delle funzionalità aggiuntive, a partire dalla creazione di un apposito template per la propria newsletter. Questo significa che si possono inviare delle mail attraenti e con una grafica molto particolare ed interessante per gli utenti. Senza dimenticare anche la possibilità di allegare file ed aggiungere immagini. Con Mailchimp è possibile personalizzare le proprie mail per un servizio newsletter di primo livello. I vantaggi di attivare un profilo Mailchimp Chi vuole sfruttare un servizio di newsletter non può non considerare Mailchimp. Sono sempre di più coloro che optano per questa soluzione e i motivi non sono certo casuali. Innanzitutto va considerata la riduzione notevole del rischio di essere confusi per spammer. Il mondo del web è pieno di servizi di scarsa qualità che determinano mail segnalate o comunque non ricevute dagli utenti. Con Mailchimp è impossibile tutto ciò, garantendo un’informazione educata e non invadente per tutti gli utenti. Occorre precisare che molto spesso le newsletter vengono sfruttate in maniera non certo soddisfacente da chi si affida al fai da te. Ecco perché attivando un profilo Mailchimp si ha modo concretamente di creare delle mail che diano informazioni e che soprattutto siano anche belle da vedere.  Oltre a poter personalizzare le immagini e il template, si può anche beneficiare di una serie di messaggi personalizzati. Il tutto creando qualcosa che possa attirare al massimo gli utenti a cui arrivano le mail. Inoltre Mailchimp è una delle soluzioni ideali per quanto concerne le newsletter anche perché si possono monitorare tutti i dati ad esse inerenti. Si potranno conoscere gli utenti che hanno ricevuto e letto le mail o anche quei profili inattivi a cui non vale la pena inviarne altre. Tutto ciò a dimostrazione di un servizio di assoluta qualità.

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A cosa servono i dati strutturati

Potresti aver sentito parlare di dati strutturati, Schema.org. Ma cosa significa esattamente questo termine? Cosa sono i dati strutturati? Cosa fanno i dati strutturati e come utilizzarli per migliorare la presenza online della mia azienda? E cosa c’entra con la SEO? Questo articolo è stato scritto per rispondere a queste domande e farti capire l’importanza di averli installati nel tuo sito web. Cosa sono i dati strutturati? I dati strutturati sono codice in un formato specifico, in modo tale che i motori di ricerca lo capiscano.I motori di ricerca leggono il codice e lo utilizzano per visualizzare i risultati della ricerca in modo specifico e molto più ricco.Puoi facilmente inserire questo pezzo di codice sul tuo sito web. Immagina di avere un sito web con molte ricette. Se aggiungi dati strutturati a una pagina con una ricetta, il tuo risultato nei motori di ricerca potrebbe cambiare.Sarà molto più “ricco” per quanto riguarda i contenuti mostrati.Questo è il motivo per cui chiamiamo questi risultati risultati multimediali o rich snippet. Esistono più i tipi di dati strutturati. I dati strutturati sono sempre un formato di codice.Ad esempio, sono disponibili dati strutturati per libri, recensioni, film e prodotti nel tuo negozio online.In tutti i casi, i dati strutturati aggiungono ulteriori dettagli al tuo snippet nei risultati di ricerca.Sfoglia la Galleria di ricerca di Google per vedere quali risultati multimediali sono alimentati da dati strutturati. Dobbiamo fare una nota a margine qui. Sfortunatamente, Google non crea sempre un rich snippet della tua pagina, anche se hai aggiunto i dati strutturati. Non ci sono garanzie. Quindi tutto ciò che puoi fare è aggiungerlo alla tua pagina e sperare che Google lo approvi. Cosa fai con i dati strutturati? Con i dati strutturati puoi “parlare” ai motori di ricerca e dare loro maggiori informazioni su quello che fai.Puoi dire ai motori di ricerca quali ingredienti ci sono nella tua ricetta, puoi dire loro quanto è lungo il tempo di preparazione e puoi dire loro quante calorie conterrà il piatto (prendiamo sempre come esempio un sito che tratta ricette).Google sarà in grado di cogliere istantaneamente tutte queste informazioni e può decidere di mostrarle nei risultati di ricerca. I dati strutturati sono uno strumento che puoi utilizzare per fornire a Google informazioni dettagliate su una pagina del tuo sito web o prodotto.Quindi, Google può utilizzare queste informazioni per creare risultati ricchi di informazioni e i rich snippet attirano maggiornamento l’attenzione dell’utente. Cos’è Schema.org? I grandi motori di ricerca hanno sviluppato un progetto chiamato Schema.org.Su Schema.org puoi trovare tutto il markup dei dati strutturati supportato dai motori di ricerca.Puoi usare Schema.org per trovare il markup di cui hai bisogno per la tua pagina specifica.Ad esempio, se vendi magliette sul tuo sito, potresti mostrare nel tuo frammento di che colore magliette vendi e quali taglie offri. Schema.org è una tassonomia dei formati di codice che i grandi motori di ricerca comprendono.Troverai esempi di come appare il codice.Esistono anche altre forme di dati strutturati. Ad esempio Open Graph. Come utilizzare i dati strutturati? L’utilizzo di dati strutturati sembra difficile, ma tutti possono farlo, con la formazione adeguata.È inoltre possibile aggiungere un sacco di markup dei dati strutturati al tuo sito web utilizzando i plugin se non sei un esperto di codice e non hai tempo e vogli adi imparare ad usare Google Tag Manager.Come accennato, molti plug in aggiungono i dati strutturati più importanti per il tuo sito. Puoi persino determinare per pagina o articolo quale tipo di contenuto è presente.Quindi, puoi descrivere la pagina dei contatti sul tuo sito come una ContactPage per i motori di ricerca.Puoi farlo semplicemente selezionando il tipo nella scheda Schema nel meta box o nella barra laterale dell’editor dei blocchi. I risultati dell’implementazione dei dati strutturati funzionano per desktop, smartphone e tablet. Nello smartphone l’implementazione dei dati strutturati è più visibile se una pagina soddisfa i criteri stabiliti da Google. Inoltre, se aggiungi le pagine AMP ai dati strutturati, puoi ottenere risultati ancora migliori sui dispositivi mobili.

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A cosa serve Pinterest?

A cosa serve Pinterest e come usarlo? Innanzitutto cominciamo dicendo che Pinterest non è un social come tutti gli altri ma è come una bacheca online, principalmente si tratta di una raccolta di elementi visivi multimediali (principalmente immagini). Partiamo da cos’è Pinterest Con questo social puoi creare le tue bacheche per classificare le immagini e puoi aggiungere delle descrizioni che ti aiuteranno a ricordare perché hai le hai pinnate, ossia perché hai voluto «appuntarti» proprio quelle immagini. Gli utenti di Pinterest, chiamati pinners, interagiscono tra loro attraverso il commento e la ripetizione reciproca. Questo è ciò che rende Pinterest un social network così interessante. Le persone usano Pinterest per salvare idee, prodotti, per collaborare con gli amici e per aggiungere segnalibri alle cose da leggere in seguito. Pinterest è totalmente gratuito da usare, ma proprio come qualsiasi altro social network, è necessario un account per iniziare a usarlo. Puoi creare un account gratuito su Pinterest.com con una email e una password o semplicemente scegliere di crearne uno dal tuo account Facebook o Google esistente. Ti verrà chiesto di inserire alcuni dettagli come nome, età, sesso, lingua e paese prima che ti venga richiesto di scegliere almeno cinque categorie da seguire in modo che Pinterest possa iniziare a mostrarti contenuti personalizzate in base ai tuoi interessi . Suggerimento per professionisti: se ti piace salvare in modo casuale le cose su Pinterest mentre navighi sul Web, ti consigliamo di installare il pulsante del browser di Pinterest per rendere il salvataggio facile come fare in un paio di clic. Segui altri utenti Se scopri che ti piacciono le schede e i pin di utenti specifici, puoi seguirli in modo che le loro cose vengano visualizzate sul feed della tua home page personale. Basta fare clic sul nome utente di qualsiasi utente di Pinterest per visualizzare il profilo e fare clic su Segui nella parte superiore o in alternativa seguire le schede specifiche di quell’utente facendo clic sul pulsante Segui sotto ciascuna scheda. Interagire con altri utenti L’intuitiva piattaforma utente di Pinterest serve anche per condividere ed interagire con altre persone. Puoi interagire nei seguenti modi: Salva: usa questa opzione per salvare il pin su una delle tue schede. Invia: invia un pin ad altri utenti su Pinterest o condividila sui social media. Commento: se hai qualcosa da dire sul pin, sentiti libero di lasciare un commento. Se hai già un account Pinterest personale, puoi convertirlo in un account aziendale. Dovrai solo inserire alcune informazioni aggiuntive sulla tua attività e accettare i termini di servizio specifici per il business. Se non hai già un account Pinterest, ecco come crearne uno per la tua azienda. Si ma a cosa serve Pinterest? La sezione Business Vai su Pinterest per la pagina aziendale e fai clic su Iscriviti come azienda, utilizzare questo canale può risultare molto importante soprattutto per migliorare la brand awareness del tuo brand. Inserisci il tuo indirizzo email, la password, il nome dell’azienda e il sito web e scegli in quale categoria ricade la tua attività: professionale, personaggio pubblico, media, brand, rivenditore, marketplace online, business locale, istituzione / non profit o altro. Assicurati di rivedere i termini di servizio e l’informativa sulla privacy. Quindi fai clic su Crea account . Completa il tuo profilo Ora devi inserire i dettagli del tuo profilo per rendere il tuo Brand attraente e credibile. Accedi al tuo nuovo account Pinterest, passa con il mouse sopra l’icona del profilo in alto a destra e fai clic su Impostazioni. Scorri verso il basso fino alla sezione Profilo per caricare una foto del profilo (dimensione ottimale: 165 x 165 pixel), completa la sezione Informazioni su di te e aggiungi la sede della tua attività. Quindi, fai clic su Salva impostazioni . Conferma il tuo sito web La conferma del tuo sito web ti consente di vedere quali persone Pin dal tuo sito web e di aggiungere il tuo logo a qualsiasi Pin creato dal tuo sito. Confermando il tuo sito Web verranno avviati anche i posizionamenti dei tuoi Pin nei risultati di ricerca. Dalle impostazioni di Pinterest, scorrere fino alla sezione Profilo e fare clic su Conferma sito Web. Copia e incolla il testo fornito nel codice HTML della pagina indice del tuo sito web. Fai clic su Fine. Per verificare se il tuo sito web è confermato, prova a bloccare un link dal tuo sito. Dovresti vedere il tuo logo o la foto del profilo sotto il Pin. Creare bacheche Ora che il tuo account è pronto, devi iniziare a condividere e organizzare i contenuti in modo che i Pinners abbiano un motivo per seguire l’intero account o una o più delle tue bacheche. Dal tuo profilo Pinterest, fai clic sulla scheda Bacheche, quindi fai clic sul segno più rosso per creare una nuova scheda. Inserisci un nome descrittivo per la tua scheda. Ritornare alla scheda bacheche e fare clic sul nome della nuova scheda, quindi fare clic sull’icona della matita per inserire maggiori dettagli. Inserisci una chiara descrizione di ciò che salverà sulla tua board e scegli una categoria appropriata. Se vuoi iniziare a salvare Pins sulla tua scheda ma non sei ancora pronto per vederlo, puoi scegliere di rendere la board segreta finché non è pronta. Vedrai anche in quali schede sono inclusi i tuoi Pin, il che può darti un’idea di come la gente pensa alla tua attività e ai tuoi prodotti e dare nuove idee su come posizionare i tuoi sforzi su Pinterest. Iniziare a pinnare Ora che hai configurato le tue schede, è ora di aggiungere dei pin. Il modo più semplice per risparmiare su Pinterest è installare il pulsante del browser Pinterest , che ti consente di pinnare qualsiasi cosa dal web con solo un paio di clic. Installa il pulsante del browser Pinterest appropriato per il tuo browser preferito. Per pinnare qualcosa dal Web, fai clic sull’icona Pinterest sulla barra degli strumenti del browser. Seleziona la tua immagine preferita tra le opzioni disponibili e fai clic su Salva. Aggiungi o modifica una descrizione. Seleziona la scheda su cui salvare il tuo Pin. Dopo aver aggiunto diversi Pin

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6 Principi di neuromarketing che influenzano il comportamento degli utenti

Negli ultimi anni si sente parlare in maniera particolare di neuromarketing, principi che, al giorno d’oggi, non sono ancora conosciuti da parte di molte persona. Seppur presente da oltre 15 anni, indica una disciplina che attua le pratiche e le conoscenze a livello neuro scientifico del marketing. Attraverso questa terminologia si fa riferimento all’insieme di numerose aree scientifiche, che hanno la capacità di vedere cosa accade all’interno del cervello durante la fase di acquisto o di approccio che si avverte con un particolare articolo, pubblicità, parola, brand e tanto altro. A livello neurologico, comprende quindi l’unione di varie parti, come quella della psicologica e neurologica, che si fondono in un’unica materia. Tanti sono gli imprenditori che hanno come scopo quello di studiare in maniera particolare il cliente in tutte le sue sfaccettature, per questo il neuromarketing applicato al web, rappresenta un punto importante che la maggior parte di chi possiede un ecommerce avverte il bisogno di attuare. Qual è l’obiettivo principale del neuromarketing? Lo scopo principale della disciplina del neuromarketing è quella di ottimizzare le strategie di web marketing. L’obiettivo quindi consiste nell’indurre più persone possibili a comprare i prodotti disponibili nell’ ecommerce. Attraverso questa disciplina, i più grandi Brand, hanno aumentato negli ultimi anni le loro vendite, in quanto il livello è l’effetto della pubblicità riuscito a influenzare la gente sui prodotti venduti. Si tratta di una vera e propria mossa strategica in cui si può sedurre i clienti in maniera particolare. Il cliente non è più considerato un numero, ma rappresenta un mezzo con il quale ci si può ricavare un grande profitto, tutto quello che il neuromarketing è capace di considerare, riguarda le aspettative e le esigenze concrete dei futuri acquirenti. Negli ultimi anni gli esperti di marketing si sono imbattuti sempre di più sullo studio del cervello umano, dato che per mezzo di esso gli imprenditori hanno la possibilità di influenzare, sedurre e indurre una persona ad acquistare un prodotto specifico. Secondo i più noti studiosi, il cervello è progettato in un certo modo, ad esempio quando ci si ritrova di fronte ad una decisione, quest’ultimo analizza nel minimo dettaglio tutte le possibilità e le opzioni immaginabili. Le mosse che si effettuano e le decisioni che vengono prese in maniera automatica dal cervello, non derivano dall’emozione, salvo nel caso in cui si è dinanzi al settore della matematica, che riguarda un mondo costituito puramente ed esclusivamente dalla teoria. Quali sono i mezzi di cui si avvale per analizzare il cervello? Attraverso delle tecniche scientifiche come la risonanza elettromagnetica funzionale e l’elettroencefalografia, vi è la possibilità di rilevare alcune parti celebrali che rendono possibile scoprire numerose reazioni dal punto di vista cognitivo emozionale di un soggetto. Il neuromarketing è una disciplina particolare che ha come obiettivo quello è di esaminare il subconscio che nella maggior parte dei casi prende il sopravvento sul comportamento razionale e conscio. Tecniche e principi del neuromarketing per un sito web Gli imprenditori sono sempre più interessati ad attuare le tecniche e la disciplina del neuromarketing per il proprio sito web. Attraverso l’etica di questa materia si ha la possibilità di indurre il consumatore ad acquistare in maniera naturale i prodotti in vendita dell’ecommerce. La pubblicità risulta essere un metodo infallibile che induce l’utente all’acquisto di un servizio o di un bene specifico. Questi studi secondo gli esperti, non hanno come obiettivo quello di vendere più articoli, ma è quello di rendere la comunicazione più qualitativa è migliore e di conseguenza più efficace. Attirare più gente possibile per visitare il proprio sito web, oggi non è più un opinione ma è pura realtà. Ad esempio nella serp gli annunci AdS dotati di estensione hanno la capacità di catturare l’attenzione del 21% in più rispetto al normale, Inoltre, vengono effettuati più Click in maniera consecutiva. Dietro tutto questo vi è una vera e propria analisi del cervello degli utenti, In quanto per mezzo del neuromarketing, gli imprenditori hanno come obiettivo quello di catturare ed invogliare l’utente a visitare ed acquistare i propri prodotti. Come applicare tali tecniche nel web? Per applicare le tecniche più importanti del neuromarketing sul web è necessario utilizzare alcuni percorsi, come ad esempio Z Pattern, si tratta di un metodo occidentale che riguarda la lettura, generalmente quest’ultima avviene Da sinistra verso destra. Un altro metodo infallibile riguarda l’utilizzo delle frecce, si tratta di strumenti visivi che portano l’attenzione del lettore dove si vuole farla raggiungere. L’attrazione rappresenta un altro dei punti chiave che viene utilizzata da parte di chi possiede un sito web, tutto quello che bisogna fare in questo caso è inserire nelle eCommerce qualcosa che piace alla gente in maniera particolare. L’emozione ha la capacità di far commuovere e catturare l’attenzione del proprio target di clienti. Tra le altre tecniche spicca l’analisi, attraverso di essa si ha la capacità di ottenere e suscitare l’emozione durante il ragionamento razionale di una persona. L’utente in questo caso ha come obiettivo quello di conoscere nel dettaglio il prodotto o il bene da acquistare. Per fare ciò vengono messe a disposizione tutte le informazioni, tra cui sono messe in evidenza i benefici e i vantaggi dell’articolo per mezzo di una tabella presente in una demo gratuita. Infine tra le strategia più utilizzate dalla disciplina del neuromarketing per il proprio sito web vi è quella dell’azione, in quanto è richiesta la presenza delle call-to-action, che servono per attirare l’utente a visitare l’e-commerce e ad indirizzarlo verso l’acquisto in base alle proprie esigenze e preferenze. La psicologia del marketing è la ragione per cui hai comprato quel prodotto di cui non avevi bisogno o per cui hai speso molto di più di quello che avevi pianificato. Chiunque lavori nel marketing deve conoscere la differenza psicologica che può essere fatta da piccoli, spesso impercettibili, trigger. Immagina di poter aumentare il tuo tasso di iscrizione, semplicemente cambiando un pulsante, una scritta o un colore. Cos’è la psicologia del marketing? La psicologia del marketing è il processo di aggiunta di comprovati principi psicologici nelle tattiche e nelle

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3 errori comuni in e-mail marketing

Ecco tre errori comuni nelle nostre campagne di e-mail marketing: Le decisioni maldestre per gli A / B Test Onestamente, chi non ama eseguire un buon test A / B? Ti senti come uno scienziato pazzo nel momento in cui preme invio. Tuttavia, se si vedono risultati non ottimali, il nostro entusiasmo frena vorticosamente. Questi sono alcuni errori comuni che possono danneggiare i tuoi risultati: 1.2 La dimensione del campione troppo piccolo: Il set di dati deve essere abbastanza grande. Come buona regola, bisogna avere almeno 1.000 aperture per ogni prova per raggiungere la significatività statistica. Questo vuol dire aspettare fino a quando si hanno almeno 1.000 e-mail aperte per ogni e-mail (controllo e test) prima di dichiarare un vincitore. Inoltre, eseguire due o tre test per conferma. 1.3 Troppe variabili: Per ogni A / B Test , una delle cose più importanti che dovete fare è normalizzare il vostro ambiente di test per ridurre al minimo le variabili estranee come per esempio l’orario di invio. E’ facile voler testare più di una variabile, ma la sfida è che in realtà non si conoscono gli aumenti incrementali o meno in ogni variabile. 2. Liste E-mail non aggiornate Non mantenere le vostre liste e-mail aggiornate è un po ‘come rinunciare a lavarsi i denti.Proprio come i nostri denti, la lista e-mail necessita di pulizia e cura. La maggior parte delle registrazioni di e-mail di posta elettronica probabilmente entrano nel database attraverso un processo di opt-in (processo di registrazione). Con un solo opt-in, un nuovo utente compila un modulo web e viene automaticamente aggiunto alla tua lista di sottoscrizione. Con un doppio opt-in, un utente compila un modulo web e poi tramite una mail di conferma viene mandato con un link per confermare l’indirizzo di posta elettronica. Molti scelgono il metodo singolo opt-in perché è più veloce e non è una seccatura per gli utenti. Tuttavia, questo metodo ha delle conseguenze come l’aumento della possibilità di ottenere alti tassi di rimbalzo, una cattiva reputazione del mittente. Ma con le corrette pratiche, è possibile ripulire il database in breve tempo per mantenere una lista e-mail corretta. Campagne di gestione frequenze di rimbalzo soft: Dal momento che non c’è stata la conferma che ogni nuovo indirizzo e-mail sia valida al 100%, si avrà una frequenza di rimbalzo soft o hard.Per la frequenza di rimbalzo “soft”, è possibile creare delle campagne automatizzate che puliscano tutti gli indirizzi email che fanno parte dei valori della frequenza di rimbalzo sia nel passato e in tempo reale. Ciò contribuirà a pulire le liste, aumentare i tassi di apertura, e mantenere la vostra reputazione alta.È possibile inoltre eseguire delle campagne di riattivazione da indirizzare gli abbonati che non hanno aperto la vostra mail in sei mesi o più, per determinare chi vuole ricevere ancora le vostre e-mail, così da pulire ulteriormente le vostre liste. 3. Soggetto poco chiaro Il soggetto deve essere coerente con il corpo dell’e-mail, in quanto determina la maggioranza dei clic. Nessun trucco e nessuna domande su ciò che l’e-mail contiene in realtà.

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