Categoria: Web Marketing

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Sguardo di un occhio blu futuristico
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A cosa serve Microsoft Azure

La trasformazione digitale ha reso il cloud computing un pilastro per la crescita e la competitività delle imprese. Tra le piattaforme più diffuse e avanzate c’è Microsoft Azure, un ecosistema di servizi pensato per aiutare le aziende a sviluppare, gestire e distribuire applicazioni e infrastrutture in modo scalabile, sicuro e flessibile. Molte realtà aziendali si chiedono ancora a cosa serva concretamente Azure e quali vantaggi possa offrire rispetto ai tradizionali sistemi IT. La risposta è semplice: Azure permette di ridurre i costi, aumentare l’efficienza e accedere a tecnologie che altrimenti richiederebbero investimenti enormi in hardware e risorse interne. Cos’è Microsoft Azure​ Microsoft Azure è la piattaforma cloud di Microsoft, un insieme di servizi che coprono ogni esigenza digitale di un’azienda: dall’archiviazione dei dati allo sviluppo di applicazioni, fino alla gestione di reti virtuali e all’analisi dei dati con strumenti di intelligenza artificiale. Si tratta di un’infrastruttura globale e distribuita, che consente alle imprese di utilizzare risorse informatiche senza dover acquistare e mantenere server fisici. Azure offre tre modelli di servizio: IaaS (Infrastructure as a Service): infrastruttura virtuale per creare server, macchine e reti personalizzate. PaaS (Platform as a Service): piattaforma completa per sviluppare e distribuire applicazioni senza preoccuparsi della gestione dell’hardware. SaaS (Software as a Service): applicazioni già pronte e disponibili via cloud, come Microsoft 365. Questa flessibilità consente alle aziende di scegliere il livello di controllo e gestione più adatto alle proprie necessità. I principali utilizzi di Microsoft Azure Azure non è un unico prodotto, ma una suite di oltre 200 servizi che coprono aree diverse. Le applicazioni pratiche per le aziende sono molteplici. Ospitare applicazioni e siti web Con Azure è possibile ospitare siti web, portali aziendali ed e-commerce su infrastrutture scalabili e ad alte prestazioni. In caso di picchi di traffico, le risorse si adattano automaticamente, evitando rallentamenti o interruzioni del servizio. Archiviazione sicura e scalabile dei dati I servizi di cloud storage di Azure permettono di archiviare file, documenti, database e backup in totale sicurezza. Le aziende possono scegliere la capacità necessaria, pagando solo lo spazio effettivamente utilizzato. Analisi dei dati e intelligenza artificiale Azure mette a disposizione strumenti di Big Data e AI che consentono di raccogliere, analizzare e trasformare i dati in informazioni strategiche. Soluzioni come Azure Machine Learning permettono di applicare algoritmi avanzati per migliorare processi e decisioni aziendali. Creazione di reti e infrastrutture virtuali Grazie ai servizi di networking, è possibile costruire reti aziendali sicure e performanti, integrare VPN, firewall e sistemi di protezione avanzata. Questo consente di collegare in modo affidabile sedi diverse o dipendenti in smart working. Supporto allo sviluppo software e DevOps Gli sviluppatori possono utilizzare Azure per creare, testare e distribuire applicazioni in modo rapido ed efficiente. Grazie all’integrazione con GitHub e agli strumenti DevOps, è possibile ottimizzare il ciclo di sviluppo, ridurre i tempi di rilascio e mantenere elevati standard di qualità. I vantaggi per le aziende L’adozione di Microsoft Azure offre benefici tangibili che impattano direttamente sulla competitività e sull’efficienza operativa. Riduzione dei costi IT: non è più necessario investire in server e infrastrutture costose. Le aziende pagano solo le risorse realmente utilizzate. Scalabilità immediata: i servizi possono crescere o ridursi in base alle esigenze del momento, senza sprechi di risorse. Sicurezza avanzata: Azure rispetta i più alti standard di protezione, con crittografia dei dati, certificazioni internazionali e sistemi di monitoraggio costante. Continuità operativa: grazie a backup automatici e sistemi di disaster recovery, l’azienda non rischia interruzioni in caso di guasti o attacchi. Accesso a tecnologie innovative: AI, machine learning, IoT e automazione sono disponibili anche per le PMI, senza la necessità di grandi investimenti iniziali. Errori comuni nell’uso di Azure Nonostante le potenzialità, molte aziende non riescono a sfruttare appieno Microsoft Azure a causa di alcuni errori ricorrenti: Assenza di pianificazione: iniziare a usare il cloud senza un piano chiaro può portare a sprechi di risorse e costi imprevisti. Sottovalutare la sicurezza: non configurare correttamente firewall, permessi e monitoraggi può esporre a rischi di vulnerabilità. Limitarsi a pochi servizi: spesso Azure viene utilizzato solo per l’archiviazione, ignorando le potenzialità legate a intelligenza artificiale, networking o sviluppo software. Evitare questi errori significa sfruttare al meglio il potenziale della piattaforma. Come Net Informatica può aiutarti con Microsoft Azure Integrare Microsoft Azure all’interno di una strategia aziendale richiede competenze specialistiche e una visione complessiva delle esigenze di business. Net Informatica mette a disposizione delle imprese un supporto completo per: Analizzare i bisogni e identificare i servizi più adatti. Implementare soluzioni cloud scalabili e sicure. Gestire il monitoraggio e l’ottimizzazione continua delle risorse. Affiancare le aziende nello sviluppo e nella modernizzazione delle applicazioni. Grazie a un approccio basato su competenza tecnica, aggiornamento costante e attenzione alla qualità, Net Informatica garantisce un utilizzo di Azure che non si limita a fornire infrastrutture, ma diventa uno strumento concreto di crescita e innovazione. La sicurezza, la continuità operativa e l’efficienza sono al centro di ogni progetto, con l’obiettivo di offrire alle aziende un cloud che sia realmente un vantaggio competitivo.

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Smartphone e libro con sopra una catena
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Perché la cybersicurezza dovrebbe essere al centro del tuo business

Il contesto economico odierno è sempre più digitale. Le aziende, grandi o piccole, basano i loro processi su dati, piattaforme cloud, strumenti di collaborazione e applicazioni web. Questa trasformazione ha aperto enormi opportunità di crescita, ma ha anche reso le imprese più esposte che mai agli attacchi informatici. Per questo motivo la cybersicurezza non può essere considerata un aspetto tecnico secondario: è un pilastro strategico che deve stare al centro di ogni business. Una minaccia concreta per le PMI C’è ancora la convinzione, soprattutto nelle piccole e medie imprese, che gli hacker prendano di mira solo le multinazionali o le grandi organizzazioni. In realtà, i dati raccontano un’altra storia. Secondo un rapporto di NAVEX, nel 2023 il 61% delle PMI ha subito almeno un attacco informatico, con un costo medio di violazione dei dati pari a 3,31 milioni di dollari per le aziende sotto i 500 dipendenti (fonte). Un’analisi di StrongDM mostra inoltre che l’82% degli attacchi ransomware registrati nel 2021 ha avuto come target aziende con meno di 1.000 dipendenti (fonte). Dati che dimostrano come le PMI non siano bersagli occasionali, ma obiettivi frequenti: spesso meno protetti, quindi più vulnerabili. Il costo di una violazione Quando si parla di attacchi informatici, non bisogna pensare solo al riscatto richiesto dai cybercriminali o alla perdita dei file. Le conseguenze toccano vari aspetti dell’impresa: Interruzioni operative: i sistemi bloccati da un ransomware possono fermare produzione, vendite e assistenza clienti per giorni. Perdita di dati: documenti sensibili, informazioni finanziarie e database clienti possono essere rubati o resi inaccessibili. Danni reputazionali: un cliente che scopre che i propri dati sono stati esposti difficilmente manterrà la stessa fiducia nell’azienda. Sanzioni e implicazioni legali: il mancato rispetto delle normative sulla protezione dei dati, come il GDPR, può tradursi in multe salate. Secondo il Cost of a Data Breach Report 2023 di IBM, il costo medio globale di una violazione dei dati ha raggiunto i 4,45 milioni di dollari, con un incremento del 15% negli ultimi tre anni (fonte IBM). Anche per realtà di dimensioni minori, una spesa imprevista di questo tipo può mettere seriamente a rischio la continuità del business. Perché la cybersicurezza è un vantaggio competitivo Investire in cybersicurezza non significa solo proteggersi da potenziali attacchi, ma anche migliorare la propria posizione sul mercato. Un’azienda che dimostra attenzione alla protezione dei dati trasmette serietà, affidabilità e professionalità ai propri clienti e partner. Tra i principali vantaggi troviamo: Maggiore fiducia del cliente: i consumatori scelgono sempre più fornitori che garantiscono trasparenza e sicurezza. Accesso a nuovi mercati: molte gare e collaborazioni, specialmente con grandi aziende o enti pubblici, richiedono standard di sicurezza certificati. Innovazione sicura: adottare nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale o il cloud, senza un’adeguata protezione può diventare un rischio; con una strategia di cybersicurezza, invece, diventa un’opportunità di crescita. Strategie di cybersicurezza efficaci Non esiste una soluzione unica valida per tutte le aziende, ma alcune best practice sono ormai imprescindibili: Formazione continua del personale: la maggior parte degli attacchi parte da un’email di phishing o da un errore umano. Investire nella consapevolezza dei dipendenti riduce drasticamente i rischi. Backup e piani di disaster recovery: copie sicure e aggiornate dei dati permettono di ripartire rapidamente in caso di incidente. Monitoraggio costante: soluzioni di sicurezza avanzate come firewall di nuova generazione, sistemi di rilevamento delle intrusioni e servizi SOC (Security Operation Center) aiutano a identificare anomalie in tempo reale. Aggiornamento software e patch di sicurezza: molte violazioni sfruttano vulnerabilità già note ma non corrette. Gestione degli accessi: implementare sistemi come l’autenticazione multifattore riduce drasticamente la possibilità di accessi non autorizzati. La sfida dell’evoluzione costante Il panorama delle minacce informatiche è in continua evoluzione. Gli hacker affinano le tecniche, sfruttano nuove tecnologie e spesso collaborano in vere e proprie organizzazioni criminali. Questo significa che anche le imprese devono adottare un approccio dinamico e proattivo: non basta implementare una soluzione oggi per sentirsi al sicuro domani. Le aziende che riescono a integrare la sicurezza informatica nei propri processi decisionali, trattandola come parte integrante della strategia di business, sono quelle che riescono a crescere in modo sostenibile e a lungo termine. Un investimento che tutela il futuro La cybersicurezza non è un costo da sostenere, ma un investimento che genera ritorni. Ogni euro speso per prevenire un attacco evita perdite ben più consistenti in termini economici, legali e reputazionali. Le aziende che scelgono di mettere al centro la sicurezza digitale proteggono non solo i propri sistemi, ma anche il valore più importante che possiedono: la fiducia di clienti, partner e collaboratori. Vuoi capire come strutturare un piano di cybersicurezza efficace per la tua azienda? Net Informatica ti accompagna nella valutazione dei rischi e nell’implementazione delle soluzioni più adatte, con l’obiettivo di proteggere i tuoi dati e far crescere il tuo business in modo sicuro. Contattaci

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Come collegare la tua scheda di Google Business Profile alle campagne Google Ads

La visibilità online oggi è una delle principali leve di crescita per le aziende, soprattutto per chi lavora a livello locale. Un tassello fondamentale in questo processo è l’integrazione tra Google Business Profile (la vecchia Google My Business) e le campagne Google Ads. Collegare correttamente i due strumenti significa dare più forza alle proprie inserzioni, aumentando la fiducia del pubblico e sfruttando al meglio la presenza locale sul territorio. Perché collegare Google Business Profile a Google Ads Quando un potenziale cliente cerca un prodotto o un servizio su Google, i risultati non si limitano al sito web: le schede locali giocano un ruolo centrale. Avere una scheda ottimizzata e collegata alle campagne Ads consente di mostrare: indirizzo e mappa, orari di apertura, numero di telefono, recensioni degli utenti. In questo modo, l’annuncio non solo cattura l’attenzione, ma diventa immediatamente più affidabile e utile per chi sta cercando informazioni rapide. Come collegare Google Business Profile a Google Ads Il processo tecnico è semplice e richiede pochi passaggi: Accedi al tuo account Google Ads. Dal menu “Strumenti e impostazioni”, seleziona Account collegati. Nella sezione “Account di terze parti” clicca su Google Business Profile. Inserisci l’indirizzo e-mail associato al profilo e invia la richiesta di collegamento. Una volta accettata, le estensioni di località saranno disponibili nelle tue campagne. Da quel momento i tuoi annunci potranno includere informazioni locali prese direttamente dalla scheda Business Profile. I vantaggi di collegare Google Business Profile a Google Ads Il collegamento tra i due strumenti offre una serie di benefici concreti. Approfondiamo i principali: Maggiore visibilità locale Le campagne Google Ads sono già uno strumento potente per apparire tra i primi risultati di ricerca. Ma quando gli annunci mostrano anche indirizzo, mappa e informazioni di contatto, diventano molto più rilevanti a livello locale. Per chi gestisce un negozio fisico o un’attività sul territorio, questo significa aumentare il traffico in negozio e intercettare utenti che si trovano proprio nelle vicinanze. Incremento della fiducia grazie alle recensioni Le recensioni sono un elemento decisivo nel percorso d’acquisto. Avere un annuncio che mostra non solo l’offerta ma anche il punteggio medio e le opinioni dei clienti crea immediatamente fiducia. Questo vantaggio è particolarmente utile per le PMI che vogliono distinguersi dai concorrenti più grandi: un buon rating su Google può diventare la chiave per convincere l’utente a scegliere proprio quella realtà. Migliore esperienza utente Un annuncio con estensioni di località rende più semplice per l’utente compiere l’azione desiderata. Un clic permette di aprire Google Maps per raggiungere la sede, chiamare direttamente l’attività o visitare il sito. Questa immediatezza si traduce in un tasso di conversione più alto: meno passaggi da compiere, più probabilità che il cliente scelga di agire subito. Analisi più dettagliata dei risultati Collegare Google Business Profile a Google Ads non significa solo migliorare la visibilità: significa anche raccogliere dati preziosi. Potrai monitorare: quante persone hanno cliccato sull’indirizzo, quante hanno chiamato direttamente dalla scheda, quante hanno visitato il punto vendita dopo aver visto l’annuncio. Questi dati permettono di capire meglio il comportamento dei clienti e ottimizzare le campagne in modo mirato. Monitorare i risultati e ottimizzare continuamente Collegare la scheda Google My Business a Google Ads è solo il primo passo: per ottenere benefici reali è fondamentale monitorare le performance e ottimizzare le campagne nel tempo. Una volta attivata l’integrazione, nella piattaforma pubblicitaria diventano disponibili dati preziosi come il numero di clic sulle estensioni di località, le chiamate generate direttamente dagli annunci e le visite in negozio attribuite alle campagne. Queste informazioni consentono di capire quali annunci portano clienti reali e quali invece hanno bisogno di essere migliorati. L’analisi periodica dei risultati permette anche di intercettare nuove opportunità. Ad esempio, se noti che la maggior parte delle interazioni arriva da utenti che si trovano entro pochi chilometri dalla sede, puoi aumentare il budget per le campagne locali e ridurre quello su aree meno performanti. Allo stesso modo, se le chiamate generate sono numerose ma non si traducono in vendite, conviene rivedere il copy dell’annuncio o aggiornare le informazioni sulla scheda per renderle più chiare e convincenti. La vera forza dell’integrazione tra Google My Business e Google Ads sta proprio nella possibilità di adottare un approccio dinamico: non basta impostare una campagna e lasciarla invariata, ma serve un lavoro costante di ottimizzazione basato sui dati. In questo modo, ogni investimento pubblicitario diventa più mirato, aumenta la probabilità di attrarre clienti qualificati e si riduce lo spreco di budget su attività poco redditizie. Perché è un passo strategico L’integrazione tra scheda Business Profile e Google Ads è più di una semplice funzione tecnica: rappresenta un passo strategico per chi vuole crescere online. Un’attività che investe in visibilità digitale deve assicurarsi che ogni punto di contatto con i potenziali clienti sia coerente e coordinato. La scheda Google Business Profile è spesso il primo luogo in cui le persone entrano in contatto con il brand: collegarla alle campagne Ads significa mettere in sinergia reputazione locale e strategia di advertising. Curare la propria presenza online oggi non è più un’opzione, ma una necessità. Collegare Google Business Profile a Google Ads consente di ottenere maggiore visibilità, aumentare la fiducia degli utenti e raccogliere dati utili per decisioni più mirate. Chi riesce a sfruttare questa integrazione trasforma gli annunci pubblicitari in veri e propri strumenti di relazione diretta con i clienti, aumentando la probabilità di conversione sia online che offline.

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Come integrare le Api di Magento con Google Merchant

Integrare le API di Magento con Google Merchant Center è un passaggio fondamentale per ogni e-commerce che desidera migliorare la propria presenza su Google Shopping e incrementare le vendite online. Con una connessione diretta tra piattaforma e canale pubblicitario, l’aggiornamento del catalogo prodotti diventa automatico e i dati inviati a Google risultano sempre precisi e completi. A differenza dei tradizionali feed manuali, l’uso delle API permette di risparmiare tempo, ridurre gli errori e gestire in modo più semplice listini che cambiano frequentemente. Per chi gestisce cataloghi complessi o vende in più Paesi, si tratta di una soluzione indispensabile per mantenere il negozio competitivo e ben posizionato tra i risultati sponsorizzati. Perché conviene collegare Magento a Google Merchant Center Magento (Adobe Commerce) è una piattaforma e-commerce estremamente flessibile e potente, spesso scelta dalle aziende che operano su larga scala. Tuttavia, perché i prodotti possano apparire su Google Shopping, è necessario che le informazioni siano trasferite correttamente al Merchant Center. Farlo in modo manuale, esportando file e aggiornandoli a ogni modifica di prezzo o disponibilità, può diventare un processo complicato e soggetto a errori. L’integrazione API è la risposta più efficace a questo problema. Collegando Magento a Google Merchant in modo strutturato, puoi: Mantenere sempre aggiornati prezzi, descrizioni e disponibilità. Ridurre le disapprovazioni degli annunci causate da dati incompleti o incoerenti. Automatizzare la pubblicazione di nuovi prodotti e la gestione dei feed. Velocizzare l’avvio delle campagne Shopping in nuovi mercati. Cosa occorre per iniziare l’integrazione Prima di procedere, assicurati di avere tutto ciò che serve: Un account Google Merchant Center verificato e configurato. Un’installazione di Magento (idealmente versione 2.x). Le credenziali API di Google ottenute tramite Google Cloud Console. Un modulo Magento dedicato alla generazione del feed e alla connessione API (ad esempio Wyomind Simple Google Shopping, Mirasvit Product Feed o Amasty Google Shopping Feed). Come integrare le API di Magento con Google Merchant Ecco come procedere, suddiviso in passaggi chiari. Attiva e configura Google Merchant Center Vai su Google Merchant Center e completa la registrazione. Verifica il dominio del tuo negozio Magento e inserisci tutti i dati aziendali richiesti (ragione sociale, indirizzo, preferenze fiscali, ecc.).Assicurati di abilitare i programmi di vendita desiderati, come Shopping Ads e Display. Prepara il progetto su Google Cloud e le chiavi API Accedi a Google Cloud Console: Crea un nuovo progetto dedicato. Dal menu API e servizi, seleziona Libreria e attiva l’API Content API for Shopping. Nella sezione Credenziali, crea le chiavi di autenticazione (OAuth 2.0 o API Key) che serviranno per connettere Magento. Verifica di associare il progetto all’account Merchant Center corretto. Genera il feed prodotti in Magento A questo punto, occorre definire il feed che includerà le informazioni da inviare: Codice prodotto (SKU) Nome articolo Prezzo e valuta Disponibilità URL delle immagini Codici GTIN o MPN Le estensioni dedicate (come quelle di Wyomind o Mirasvit) consentono di selezionare con precisione quali attributi esportare, applicare filtri (ad esempio, inviare solo determinati prodotti o categorie) e formattare i dati secondo gli standard Google. Configura l’invio automatico via API Molti moduli offrono la possibilità di sincronizzare automaticamente il catalogo senza interventi manuali. La procedura tipica prevede: Inserire le chiavi API o OAuth nel pannello di configurazione Magento. Stabilire la frequenza di aggiornamento (ad esempio ogni ora o una volta al giorno). Attivare l’upload automatico dei prodotti. Se preferisci sviluppare una connessione personalizzata, puoi creare script PHP che autenticano le chiamate e inviano i dati al servizio REST di Google all’endpoint: bash CopiaModifica POST https://shoppingcontent.googleapis.com/content/v2.1/{merchantId}/products In questo caso, occorre mappare ogni attributo del prodotto secondo le specifiche di Google (titolo, descrizione, link immagine, prezzo, disponibilità) e gestire eventuali risposte di errore. Verifica che i dati siano conformi Dopo la prima sincronizzazione, controlla la sezione Diagnostica del tuo Merchant Center. Qui troverai eventuali errori da correggere: Prezzi discordanti rispetto al sito Titoli troppo lunghi o generici Immagini non conformi Assenza di identificativi univoci Correggi i problemi direttamente in Magento e verifica che i successivi aggiornamenti vengano recepiti correttamente. Suggerimenti pratici per migliorare i risultati Integrare le API non basta da solo per ottenere performance ottimali. Ecco alcuni accorgimenti che fanno la differenza: Usa titoli chiari e descrittivi che combinino brand, modello e caratteristiche principali (ad esempio: “Scarpe running Nike Air Zoom Pegasus 39 Uomo”). Aggiorna regolarmente le scorte: la disponibilità accurata è uno dei fattori più importanti per evitare disapprovazioni. Aggiungi immagini di alta qualità, preferibilmente su sfondo bianco e senza watermark.Verifica che i codici prodotto siano completi (GTIN, MPN, Brand) per migliorare la qualità dell’inserzione. L’integrazione delle API di Magento con Google Merchant è un investimento che ripaga in termini di tempo, precisione e maggiore competitività su Google Shopping. Un flusso dati ben configurato permette di evitare la gestione manuale dei feed, riduce gli errori e garantisce che il catalogo sia sempre allineato alle aspettative di Google e dei potenziali clienti. Se desideri un supporto tecnico o strategico per impostare la connessione tra Magento e Google Merchant e ottimizzare il tuo catalogo prodotti, puoi rivolgerti al nostro team specializzato: siamo a disposizione per aiutarti a realizzare un’integrazione su misura che migliori concretamente i tuoi risultati di vendita.

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mano che indica monitor con dei dati
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Come difendersi dal web scraping

Il web scraping è una delle minacce più sottovalutate per chi gestisce un sito web. Spesso invisibile, ma potenzialmente dannoso, consente a bot automatici di copiare contenuti, estrarre dati, monitorare prezzi o raccogliere informazioni sensibili. Un’attività che può compromettere la SEO, la proprietà intellettuale e perfino la stabilità del server.Per questo è importante sapere come funziona e quali soluzioni adottare per proteggere il proprio sito da accessi indesiderati e automatizzati. Dai sistemi di rilevamento ai firewall intelligenti, oggi esistono strumenti concreti per difendere il proprio progetto digitale in modo efficace. Cos’è il web scraping? Il web scraping è una tecnica automatizzata che consente di estrarre contenuti da un sito web, utilizzando bot o software per leggere il codice HTML delle pagine e salvare le informazioni in database o fogli di calcolo. Tra i dati più comunemente “scrapati” ci sono: Listini prezzi di e-commerce Recensioni di prodotti Articoli editoriali e contenuti testuali Informazioni di contatto (email, telefono) Dati da portali immobiliari, turistici o di annunci Il problema nasce quando questa attività viene svolta senza autorizzazione, violando i termini d’uso del sito e mettendo a rischio la proprietà intellettuale o il funzionamento della piattaforma stessa. Perché il web scraping è un problema per il tuo sito Se gestisci un sito web aziendale, un e-commerce o un portale verticale, potresti essere un bersaglio ideale per chi pratica web scraping a fini concorrenziali o per alimentare marketplace terzi. Ecco i principali rischi: Furto di contenuti: articoli copiati e pubblicati altrove possono danneggiare la SEO e la reputazione del tuo brand. Duplicazione dei prezzi: molti competitor monitorano i prezzi in tempo reale per adeguarsi automaticamente, annullando il tuo vantaggio competitivo. Sovraccarico del server: i bot che effettuano scraping in modo aggressivo generano richieste continue, rallentando il sito e impattando sull’esperienza utente. Violazioni legali: in alcuni casi, scraping non autorizzato può comportare la violazione del GDPR o di altri regolamenti sulla privacy. Tecniche per difendersi dal web scraping Bloccare i bot con il file robots.txt Il file robots.txt comunica ai crawler (bot dei motori di ricerca e altri) quali aree del sito possono o non possono essere scansionate. Sebbene non sia una protezione assoluta (può essere ignorato dai bot malevoli), è un primo passo utile. Utilizzare CAPTCHA e reCAPTCHA Implementare CAPTCHA o reCAPTCHA (di Google) nei form o nei percorsi sensibili aiuta a bloccare l’attività automatica dei bot. È particolarmente utile in pagine con contenuti dinamici o accessibili dopo interazione. Analizzare i log del server Monitorare i log del tuo server web permette di identificare accessi sospetti, picchi di traffico da IP non umani o comportamenti anomali. Una buona analisi può evidenziare bot scraper che visitano migliaia di pagine in pochi secondi. Limitare la frequenza delle richieste (Rate Limiting) Configurare un limite di richieste per indirizzo IP (ad esempio massimo 100 richieste ogni 10 minuti) può ridurre drasticamente il rischio di scraping massivo. È un approccio proattivo che preserva anche le risorse del server. Bloccare IP sospetti o provenienti da VPS/hosting pubblici Molti scraper operano da server cloud o VPS (es. AWS, DigitalOcean, Azure). Bloccare IP da queste fonti, o da paesi non rilevanti per il tuo target, può essere un filtro efficace. Offuscare i dati più sensibili In alcuni casi, puoi rendere più difficile il lavoro dei bot rendendo i dati meno “leggibili” automaticamente, ad esempio inserendo numeri di telefono come immagini o utilizzando tecniche di JavaScript obfuscation. Controlli JavaScript avanzati I bot base leggono solo il codice HTML, non eseguono JavaScript. Puoi caricare determinati contenuti (come prezzi o info prodotto) solo tramite JavaScript, rendendoli inaccessibili agli scraper più semplici. Utilizzare un Web Application Firewall (WAF) Strumenti come Cloudflare, AWS WAF o Sucuri offrono protezione avanzata dai bot e permettono di applicare regole per bloccare tentativi di scraping in tempo reale. Quando serve una protezione personalizzata Molti dei sistemi di protezione anti-scraping vanno adattati alle esigenze specifiche del tuo sito. Ad esempio: Un e-commerce con migliaia di prodotti può avere bisogno di sistemi di rotazione delle API, monitoraggio degli user-agent o accessi tramite login e token dinamici. Un portale editoriale può necessitare di anti-copy JavaScript, watermark invisibili nei testi o strumenti per tracciare chi copia i contenuti. In questi casi, affidarsi a una web agency con competenze informatiche avanzate è fondamentale per realizzare soluzioni su misura, integrate con l’infrastruttura esistente.   La nostra esperienza contro il web scraping In NET INFORMATICA, proteggiamo quotidianamente i progetti dei nostri clienti da attività di scraping. Abbiamo sviluppato tool proprietari di rilevamento bot, configurato firewall cloud intelligenti e collaborato con team legali per tutelare la proprietà dei contenuti online. Sappiamo che ogni sito ha esigenze diverse: per questo progettiamo strategie anti-scraping su misura, che non penalizzano SEO e performance, ma proteggono il cuore del tuo business online. Il web scraping non è solo una seccatura tecnica, ma una vera e propria minaccia al valore della tua presenza online. Prevenire è l’unica strategia efficace, perché quando i dati sono già stati copiati, spesso è troppo tardi per rimediare. Vuoi proteggere il tuo sito dal web scraping? Contattaci per una consulenza personalizzata. Siamo pronti ad analizzare la tua situazione e creare una soluzione su misura per difendere i tuoi dati, le tue performance e il tuo business.

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generative engine optimization GEO la nuova seo basata sul intelligenza artificiale
Intelligenza artificiale
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Generative Engine Optimization (GEO): la nuova era della SEO basata sull’intelligenza artificiale

Dalla SEO alla GEO: la rivoluzione della ricerca online La ricerca sul web non è più quella di qualche anno fa. Oggi, gli utenti non si limitano a cercare parole chiave, ma interagiscono con motori di risposta basati su Intelligenza Artificiale — come ChatGPT, Perplexity, Bing Copilot e Google SGE (Search Generative Experience) — che non mostrano solo link, ma generano risposte complete e personalizzate. Scopri cos’è la generative engine optimization (GEO) come fare SEO per l’intelligenza artificiale. In questo nuovo ecosistema, la Search Engine Optimization (SEO) classica non è più sufficiente. Per essere visibili, serve un approccio evoluto: la Generative Engine Optimization (GEO), cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca generativi.È l’evoluzione della SEO nell’era dell’AI. Cos’è la generative engine optimization La Generative Engine Optimization (GEO) è un insieme di tecniche e strategie che hanno l’obiettivo di ottimizzare i contenuti per i motori di risposta basati su AI. Mentre la SEO tradizionale si concentra sul posizionamento nelle SERP, la GEO mira a far riconoscere i contenuti come fonti autorevoli e attendibili che le AI possano citare o utilizzare per costruire le proprie risposte. In pratica, la GEO lavora per far sì che le AI “capiscano” il tuo brand — non solo le tue keyword. SEO, AEO e GEO: cosa cambia 🔍 SEO, AEO e GEO: cosa cambia Per comprendere la portata di questa evoluzione, è utile vedere come la GEO si differenzia dai metodi precedenti. Livello Obiettivo Esempio pratico SEO(Search Engine Optimization) Far trovare il sito tra i risultati di ricerca Apparire tra i primi risultati su Google per una parola chiave AEO(Answer Engine Optimization) Far apparire risposte dirette (snippet, ricerche vocali) Comparire nel box “Le persone chiedono anche” di Google GEO(Generative Engine Optimization) Far includere i propri contenuti nelle risposte AI Essere citati da ChatGPT o Perplexity come fonte attendibile In sintesi:La SEO ti fa trovare, la AEO ti fa rispondere, la GEO ti fa riconoscere. Come funziona la GEO I motori generativi basati su AI non leggono solo le parole: analizzano il significato, il contesto e la coerenza delle informazioni. Per questo, una strategia GEO efficace richiede un mix di ottimizzazione semantica, struttura tecnica e autorevolezza. Ecco i pilastri principali: Struttura semantica chiara L’uso di markup Schema.org (Article, FAQ, HowTo, Organization) aiuta le AI a comprendere chi sei e cosa offri.  Contenuti “answer-first” Le AI scelgono contenuti che rispondono subito alla domanda. Apri ogni articolo con una risposta diretta, poi approfondisci.  Autorevolezza e fiducia (E-E-A-T) Esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità sono fattori decisivi. Le AI favoriscono fonti solide, citate e coerenti nel tempo.  Dati aggiornati e verificabili Le risposte generative si basano su informazioni recenti e coerenti: aggiornare periodicamente i contenuti è fondamentale.  Ottimizzazione tecnica e velocità Un sito ben strutturato, veloce e mobile-friendly aiuta sia Google che i motori AI a considerarti una fonte valida. I vantaggi della generative engine optimization per le aziende Implementare la GEO nella propria strategia di marketing digitale permette di: Anticipare l’evoluzione dei motori di ricerca. Essere già pronti per la diffusione massiva della ricerca AI-driven. Rafforzare la reputazione digitale. Essere citati come fonte attendibile aumenta la fiducia e la percezione di autorevolezza. Aumentare la visibilità nei motori AI. I contenuti GEO ottimizzati vengono interpretati meglio dalle AI e quindi appaiono più spesso nelle risposte. Generare traffico qualificato e duraturo. Le ricerche AI sono più contestuali e specifiche: portano utenti realmente interessati ai tuoi servizi. GEO e l’approccio di NET Informatica La divisione marketing di NET Informatica aiuta le aziende a evolvere la propria strategia SEO, integrando tecniche di AEO e GEO per massimizzare la visibilità. Il nostro approccio si basa su: analisi semantiche avanzate per comprendere come le AI interpretano le ricerche; ottimizzazione dei contenuti AI-friendly per migliorare la leggibilità automatica; monitoraggio costante della presenza del brand nelle risposte AI. L’obiettivo è rendere il tuo sito AI-ready, cioè perfettamente interpretabile dai motori di risposta generativi. Il futuro della SEO è già iniziato La Generative Engine Optimization non è una moda, ma un cambiamento di paradigma. Nei prossimi anni, le aziende che integreranno la GEO nella loro strategia di marketing digitale avranno un vantaggio competitivo significativo. GEO è il ponte tra la SEO tradizionale e il mondo dell’intelligenza artificiale Vuoi capire come applicarla alla tua azienda? Scopri come la GEO di NET Informatica può migliorare la visibilità del tuo brand nei nuovi motori di ricerca basati su AI. Contattaci

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Qual è la differenza tra antivirus e firewall?

Nel mondo della sicurezza informatica, due termini vengono spesso confusi o utilizzati come sinonimi: antivirus e firewall. Sebbene entrambi siano strumenti fondamentali per proteggere i dispositivi e le reti aziendali, svolgono ruoli molto diversi. Comprendere questa differenza è essenziale per chiunque desideri difendersi in modo efficace dalle minacce digitali. Cosa fa un antivirus? L’antivirus è un software progettato per individuare, bloccare ed eliminare virus, malware, trojan, ransomware e altre minacce informatiche che si annidano all’interno del sistema. Il suo compito è reagire a infezioni già presenti o in fase di esecuzione. Gli antivirus moderni funzionano grazie a una combinazione di tecniche: Analisi tramite firme: confrontano i file con un database aggiornato di minacce conosciute. Analisi comportamentale: individuano attività sospette anche se non ancora catalogate come virus. Protezione in tempo reale: monitorano costantemente il sistema per bloccare le minacce prima che possano causare danni. Un buon antivirus è indispensabile per ogni computer, soprattutto in ambito aziendale dove la posta elettronica, la condivisione di file e la navigazione web rappresentano vie d’accesso frequenti per malware e virus. Cos’è, invece, un firewall e a cosa serve? Il firewall, a differenza dell’antivirus, lavora “al confine” tra il dispositivo e il mondo esterno, regolando il traffico di rete in entrata e in uscita. Può essere software (installato sul computer) oppure hardware (un dispositivo fisico collegato alla rete aziendale). Il suo ruolo è quello di filtrare le comunicazioni, impedendo l’accesso a connessioni non autorizzate o potenzialmente dannose. Un firewall ben configurato permette di: Bloccare intrusioni dall’esterno (come hacker o bot malevoli). Impedire a programmi sospetti di comunicare con server esterni. Limitare l’uso della rete secondo regole definite (ad esempio impedendo l’accesso a determinati siti). Antivirus vs firewall: le differenze principali Anche se entrambi rientrano nell’ambito della cybersecurity, antivirus e firewall agiscono in modo completamente diverso: Antivirus Firewall Rimuove virus e malware già presenti nel sistema Blocca connessioni sospette prima che raggiungano il sistema Funziona principalmente all’interno del dispositivo Funziona come barriera tra il dispositivo e la rete Analizza file, programmi, attività del sistema Analizza il traffico di rete in entrata e uscita Reattivo: interviene quando rileva una minaccia Preventivo: impedisce l’accesso non autorizzato Perché è importante usare entrambi? Molti utenti si chiedono se basti solo un antivirus o se un firewall possa essere sufficiente. La verità è che la sicurezza completa si ottiene solo combinando entrambi. L’antivirus protegge il dispositivo da ciò che è già entrato o tenta di eseguire codice malevolo, mentre il firewall blocca le minacce prima ancora che arrivino al sistema. In un contesto aziendale, questo approccio è ancora più cruciale. Le reti aziendali sono costantemente esposte a rischi: phishing, ransomware, attacchi DDoS, furto di dati sensibili. Per questo motivo è consigliabile: • Utilizzare suite di sicurezza integrate con antivirus e firewall avanzati. • Configurare correttamente il firewall aziendale per bloccare porte non necessarie. • Affidarsi a professionisti in grado di monitorare costantemente il sistema. Il suo ruolo è quello di filtrare le comunicazioni, impedendo l’accesso a connessioni non autorizzate o potenzialmente dannose. Un firewall ben configurato permette di: Bloccare intrusioni dall’esterno (come hacker o bot malevoli). Impedire a programmi sospetti di comunicare con server esterni. Limitare l’uso della rete secondo regole definite (ad esempio impedendo l’accesso a determinati siti). Esempio pratico: come antivirus e firewall lavorano insieme Immagina di ricevere una mail con un allegato sospetto. Il firewall potrebbe non bloccare l’email, perché non è una minaccia di rete, ma l’antivirus rileverà che il file è infetto. Viceversa, se un malware tenta di inviare dati sensibili dal tuo computer a un server esterno, il firewall può intercettare quella comunicazione e bloccarla, anche se il file è già presente sul sistema. La differenza tra antivirus e firewall sta nella loro funzione: uno agisce dall’interno, l’altro dall’esterno. Solo usandoli insieme puoi garantire una protezione solida contro le minacce informatiche, soprattutto in ambito aziendale dove i dati sensibili e la continuità operativa sono vitali. Se non sei certo che la tua rete o i tuoi dispositivi siano adeguatamente protetti, o se desideri effettuare un check-up dello stato della tua cybersecurity, il nostro team informatico è a tua disposizione per valutare la situazione e implementare le soluzioni più adatte alla tua realtà aziendale.

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Uomo che legge in Braille
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Accessibilità Web

Accessibilità web: cos’è, cosa dice la normativa e come rendere il tuo sito conforme L’accessibilità dei siti web non è più un’opzione: è un requisito legale, etico e strategico. Dal 28 giugno 2025 è entrata ufficialmente in vigore l’European Accessibility Act (EAA), la normativa europea che impone a una vasta gamma di aziende di rendere i propri servizi digitali accessibili a tutti, comprese le persone con disabilità. Ma cosa si intende davvero per accessibilità digitale? E come si può verificare se un sito è conforme alle regole? Cos’è l’accessibilità web Un sito è accessibile quando può essere utilizzato da chiunque, indipendentemente da limiti fisici, sensoriali o cognitivi. Significa progettare pagine web, app e contenuti digitali in modo che possano essere navigati con una tastiera, letti da uno screen reader, compresi senza sforzo e fruiti senza barriere. Un esempio? I testi alternativi alle immagini per chi non può vederle, i sottotitoli nei video per chi non sente, o un buon contrasto tra testo e sfondo per chi ha problemi visivi. In Italia, si stima che quasi 13 milioni di persone abbiano una qualche forma di disabilità. Rendere accessibile il proprio sito non è solo un dovere normativo: è una scelta di inclusione, di responsabilità sociale, e anche un’opportunità per raggiungere un pubblico più ampio. Cosa prevede la normativa sull’accessibilità digitale In Italia, l’accessibilità è regolata da tempo. La Legge Stanca (Legge 4/2004) ha imposto requisiti agli enti pubblici, poi estesi nel 2020 ad alcune aziende private. Il quadro si è ampliato con l’arrivo dell’European Accessibility Act (Direttiva UE 2019/882), che estende l’obbligo di accessibilità a: Siti e-commerce Servizi bancari online App mobili Dispositivi digitali connessi a Internet Servizi di trasporto, ticketing, prenotazioni online Dal 28 giugno 2025, questi soggetti devono essersi conformarsi agli standard WCAG 2.1, pubblicare una dichiarazione di accessibilità, e garantire un sistema per ricevere feedback dagli utenti. Il tutto sarà oggetto di monitoraggio e sanzioni, come previsto anche dalle linee guida AgID. Come rendere il tuo sito accessibile: 10 aspetti chiave Ecco una checklist dei principi fondamentali dell’accessibilità web, basati sulle WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines): Testo alternativo per le immagini Ogni immagine deve avere un alt text descrittivo. È fondamentale per gli screen reader e per chi non può visualizzare contenuti visivi. Se l’immagine è decorativa, l’attributo può essere lasciato vuoto (alt=””). Contrasto cromatico adeguato Il testo deve essere leggibile per tutti. Il contrasto minimo raccomandato è 4.5:1 per il testo normale. Esistono strumenti gratuiti per verificarlo, ed è una delle prime cose che notano gli utenti. Navigazione da tastiera Un sito accessibile si può esplorare anche senza mouse. È importante che ogni elemento interattivo sia raggiungibile con il tasto TAB e che ci sia un indicatore visivo del focus attivo. Struttura semantica del codice Titoli, paragrafi e sezioni devono seguire una gerarchia logica (<h1>, <h2>, <h3>, ecc.). Questo aiuta i lettori di schermo e migliora anche la SEO. Compatibilità con screen reader Usare correttamente ruoli ARIA, etichette e descrizioni consente ai software assistivi di “leggere” la pagina in modo comprensibile. Gli screen reader sono strumenti cruciali per utenti ciechi o ipovedenti. Form accessibili Ogni campo deve avere un’etichetta chiara. Gli errori devono essere annunciati dallo screen reader e accompagnati da messaggi di aiuto visibili anche a chi ha problemi di percezione del colore. Contenuti multimediali con sottotitoli e trascrizioni Video e audio devono avere sottotitoli sincronizzati, descrizioni audio o una trascrizione testuale, per essere fruibili da persone con disabilità uditive o visive. Testi scalabili Gli utenti devono poter ingrandire il testo (fino al 200%) senza rompere il layout. Usa unità di misura relative (em, rem) e non dimensioni fisse in pixel. Evita elementi lampeggianti Contenuti che lampeggiano più di 3 volte al secondo possono provocare crisi epilettiche. Se proprio devono esserci, devono essere disattivabili. Linguaggio semplice e chiaro Scrivi testi comprensibili anche a chi ha difficoltà cognitive o parla italiano come seconda lingua. Se usi termini tecnici, spiegali. La chiarezza aiuta tutti, non solo chi ha una disabilità. Come sapere se il tuo sito è accessibile Esistono tool di analisi automatica (come Lighthouse, WAVE, AXE) che controllano codice, contrasto, struttura semantica e altro ancora. Ma il test più efficace resta quello con utenti reali, magari affiancato da un esperto in materia. Molte aziende credono di essere in regola, ma in realtà trascurano aspetti fondamentali: form mal strutturati, video senza sottotitoli, o problemi di navigazione da tastiera possono compromettere l’intera esperienza utente. Perché adeguarsi ora conviene Rendere un sito accessibile non è solo un obbligo legale, ma anche una scelta di valore: migliora l’usabilità per tutti favorisce la SEO rafforza la reputazione dell’azienda evita sanzioni e reclami In un contesto in cui l’Europa chiede alle imprese di rimuovere le barriere digitali, chi agisce in anticipo può trasformare un adempimento in vantaggio competitivo. Vuoi sapere se il tuo sito è a norma? Contattaci

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Server Virtuale
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Perché scegliere la virtualizzazione dei server

La virtualizzazione dei server è una delle evoluzioni più importanti nell’ambito IT degli ultimi vent’anni. Oggi, aziende di tutte le dimensioni stanno progressivamente abbandonando le infrastrutture tradizionali basate su server fisici dedicati per adottare ambienti virtualizzati, più flessibili, economici e sicuri. In sostanza, la virtualizzazione permette di creare più macchine virtuali (VM) all’interno di un unico server fisico, ciascuna con un sistema operativo e risorse proprie, come se fosse un server indipendente. Questo approccio consente di ottimizzare le risorse hardware e ridurre la complessità gestionale. Perché sempre più imprese scelgono la virtualizzazione dei server? Quali vantaggi porta nella gestione dei sistemi informatici? Riduzione dei costi operativi Uno dei motivi principali che spingono le aziende verso la virtualizzazione è il risparmio economico. Con un’infrastruttura tradizionale, per far funzionare più applicazioni o sistemi operativi serve acquistare più server fisici. Questo comporta spese elevate non solo per l’hardware, ma anche per alimentazione elettrica, raffreddamento e manutenzione. La virtualizzazione permette di consolidare più server in un’unica macchina fisica, abbattendo drasticamente i costi di acquisto e gestione. Anche l’impatto ambientale si riduce, grazie al minor consumo energetico e alla minore quantità di rifiuti elettronici prodotti nel ciclo di vita dell’hardware. Maggiore efficienza e flessibilità Con la virtualizzazione è possibile creare nuove macchine virtuali in pochi minuti, adattando l’infrastruttura ai cambiamenti aziendali senza acquistare nuovi dispositivi. Se serve più potenza, basta assegnare più risorse alla VM o spostarla su un host più performante. Inoltre, è più semplice testare aggiornamenti o nuove applicazioni senza rischiare di compromettere i sistemi in produzione. Le macchine virtuali possono essere clonate, sospese e ripristinate con estrema rapidità, migliorando l’agilità operativa. Continuità operativa e disaster recovery La continuità operativa è una priorità per qualunque azienda che voglia garantire servizi senza interruzioni. Grazie alla virtualizzazione, si possono eseguire snapshot e backup completi delle VM in modo automatico. In caso di guasto hardware, le macchine virtuali vengono riavviate su altri host con tempi di inattività ridotti al minimo. Questa capacità di “migrazione live” o ripristino rapido riduce il rischio di perdite economiche legate a fermi imprevisti. Inoltre, molte soluzioni di virtualizzazione consentono di replicare VM in un altro data center o nel cloud, implementando strategie di disaster recovery più robuste ed economicamente sostenibili rispetto ai sistemi tradizionali. Sicurezza e isolamento dei sistemi La virtualizzazione offre vantaggi importanti anche dal punto di vista della sicurezza informatica. Ciascuna VM è isolata dalle altre: eventuali attacchi o malfunzionamenti rimangono confinati e non compromettono l’intero ambiente. Questa segmentazione permette di gestire in modo più efficace i permessi, le policy di rete e le regole firewall per ogni macchina virtuale. È anche possibile creare ambienti di test separati da quelli di produzione, riducendo i rischi legati all’installazione di software o aggiornamenti non ancora certificati. Supporto per sistemi legacy e modernizzazione graduale In molti contesti aziendali è necessario continuare a far funzionare applicazioni obsolete, spesso fondamentali per la gestione interna. Con la virtualizzazione puoi ospitare sistemi legacy all’interno di VM dedicate, mantenendoli operativi senza dover conservare vecchio hardware difficile da reperire e mantenere. Al tempo stesso, puoi modernizzare gradualmente l’infrastruttura, migrando i carichi di lavoro critici su sistemi aggiornati e più performanti. Maggiore scalabilità Una delle caratteristiche più apprezzate della virtualizzazione è la scalabilità. Quando l’azienda cresce, puoi aumentare la capacità dei server virtuali semplicemente assegnando più risorse fisiche o aggiungendo nuovi host al cluster. Questo approccio modulare consente di pianificare gli investimenti in base all’effettivo utilizzo, evitando sprechi e garantendo sempre la disponibilità delle risorse necessarie. Semplificazione della gestione e automazione Le principali piattaforme di virtualizzazione (come VMware vSphere, Microsoft Hyper-V, Proxmox o KVM) offrono console centralizzate per monitorare e gestire l’infrastruttura da un’unica interfaccia. È possibile controllare le prestazioni di ogni VM, programmare backup, pianificare aggiornamenti e distribuire carichi di lavoro in automatico tra i nodi disponibili. Questo riduce sensibilmente il tempo speso dal personale IT in attività ripetitive e permette di concentrarsi su progetti strategici. Facilitare la transizione al cloud La virtualizzazione è anche un trampolino di lancio verso il cloud computing. Una VM può essere esportata e avviata su ambienti cloud pubblici o privati con tempi e costi contenuti. In questo modo, l’azienda può realizzare infrastrutture ibride, combinando risorse locali e cloud in base alle esigenze operative e di budget. Hai bisogno di un supporto esperto per scegliere la soluzione di virtualizzazione dei server più adatta alla tua azienda? Con NET INFORMATICA puoi contare su un team di consulenti qualificati, pronto ad affiancarti nella valutazione, progettazione e implementazione delle migliori tecnologie di virtualizzazione. Il nostro reparto informatico garantisce assistenza completa e personalizzata, aiutandoti a consolidare l’infrastruttura IT, ottimizzare le risorse e proteggere i tuoi dati con sistemi avanzati di sicurezza. Affidati a chi ogni giorno accompagna imprese di ogni settore verso una gestione più efficiente e sicura dei propri sistemi informatici. Contattaci per una consulenza senza impegno: ti aiuteremo a trasformare la tua infrastruttura in un ambiente solido, performante e capace di crescere insieme al tuo business. Con NET INFORMATICA i tuoi server virtuali e i tuoi dati sono sempre in buone mani. Contattaci

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pedina collegata da fili
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Cos’è e come funziona una campagna Demand Gen su Google Ads

Le campagne Demand Gen (Demand Generation) sono una tipologia di campagna pubblicitaria pensata per generare domanda e creare consapevolezza intorno a un brand o prodotto. L’obiettivo principale non è intercettare utenti che già cercano attivamente un prodotto o servizio, come avviene nelle campagne di ricerca su Google Ads, ma piuttosto stimolare l’interesse di un pubblico potenzialmente interessato, ancora prima che manifesti un’esigenza specifica. La Demand Generation è una strategia di marketing che si concentra sulla costruzione del desiderio e della consapevolezza del marchio attraverso contenuti altamente visivi e coinvolgenti. Questo approccio aiuta le aziende a raggiungere clienti in target mentre navigano su piattaforme digitali, come YouTube, Google Discover e Gmail. A differenza delle tradizionali campagne PPC basate sulle ricerche degli utenti, le campagne Demand Gen sfruttano il machine learning e i dati di comportamento per presentare annunci pertinenti alle persone giuste, nel momento giusto. Grazie all’integrazione con l’ecosistema Google, gli annunci Demand Gen vengono ottimizzati automaticamente per massimizzare il coinvolgimento e il tasso di conversione. Dove vengono mostrati gli annunci Demand Gen? Le campagne Demand Gen sfruttano tre principali piattaforme di Google: YouTube: gli annunci possono apparire tra i video suggeriti o direttamente nei video che gli utenti guardano. Google Discover: vengono mostrati nel feed Discover di Google, che suggerisce contenuti personalizzati in base agli interessi dell’utente. Gmail: compaiono nella sezione “Promozioni” o “Social” della casella di posta degli utenti, simulando un’email promozionale. Come funzionano le campagne Demand Gen? Le campagne Demand Gen utilizzano il machine learning per individuare e coinvolgere il pubblico giusto attraverso contenuti visivi di impatto. Il funzionamento si basa su: Segmentazione del pubblico: Google sfrutta i segnali comportamentali degli utenti, come la cronologia di ricerca e le interazioni con i contenuti, per individuare potenziali clienti interessati. Formati annunci ottimizzati: le campagne supportano annunci con immagini e video per massimizzare il coinvolgimento. Ottimizzazione automatica: grazie all’intelligenza artificiale, gli annunci vengono ottimizzati in tempo reale per massimizzare le conversioni. Obiettivi personalizzabili: è possibile impostare obiettivi specifici come lead generation, traffico al sito web o aumento delle vendite online. Vantaggi delle campagne Demand Gen Se vuoi ottenere risultati con le campagne Demand Gen, segui questi passaggi: 1. Definisci il tuo obiettivo Prima di iniziare, stabilisci chiaramente il tuo obiettivo pubblicitario. Vuoi generare traffico, raccogliere contatti o aumentare le vendite? Questo influenzerà la strategia e l’impostazione della campagna. 2. Scegli il pubblico giusto Puoi targetizzare il pubblico in base a: Segmenti personalizzati (utenti che hanno cercato determinate parole chiave su Google); Interessi e abitudini di navigazione; Pubblico simile (lookalike di utenti che hanno già interagito con il tuo brand). 3. Crea annunci visivamente accattivanti Utilizza immagini e video di alta qualità che catturino l’attenzione. Ricorda di inserire: Un messaggio chiaro e diretto; Una call to action efficace (es. “Scopri di più” o “Acquista ora”); Contenuti in linea con l’interesse del tuo pubblico. 4. Monitora e ottimizza la campagna Dopo il lancio, analizza le metriche di rendimento (CTR, conversioni, CPA) e ottimizza gli annunci regolando targeting, budget e formati. Vantaggi delle campagne Demand Gen Le campagne Demand Gen offrono numerosi vantaggi: Espansione del pubblico: raggiungi nuovi utenti che potrebbero essere interessati al tuo prodotto; Alto impatto visivo: utilizzo di immagini e video per aumentare il coinvolgimento; Automazione e intelligenza artificiale: Google ottimizza le performance in tempo reale; Multi-canale: copertura su YouTube, Gmail e Discover con un’unica campagna. Perché scegliere le campagne Demand Gen e per quali attività sono ideali Le campagne Demand Gen rappresentano una scelta strategica per le aziende che vogliono posizionarsi in anticipo nella mente dei consumatori e creare una connessione con il pubblico prima che emerga un’esigenza consapevole. Sono particolarmente efficaci per i brand che puntano sulla brand awareness, sulla fidelizzazione e sulla creazione di un’esperienza coinvolgente attraverso contenuti visivi. Questa tipologia di campagna è ideale per settori in cui l’acquisto non avviene d’impulso, ma richiede un percorso decisionale più lungo, come la moda, la tecnologia, il lusso, l’automotive e il settore B2B. Ad esempio, un brand di abbigliamento di fascia alta può utilizzare una campagna Demand Gen per far conoscere una nuova collezione prima ancora che il pubblico la cerchi attivamente. Oppure, un’azienda SaaS può sfruttare questi annunci per educare il proprio pubblico sui benefici del software e influenzare la decisione d’acquisto nel lungo periodo. Le Demand Gen sono anche perfette per le attività che vogliono ampliare la loro audience e testare nuovi segmenti di pubblico senza affidarsi esclusivamente alle ricerche dirette su Google. Grazie all’uso avanzato del machine learning, gli annunci raggiungono utenti con un alto potenziale di conversione, migliorando le performance complessive della strategia pubblicitaria. Le campagne Demand Gen di Google Ads sono una soluzione potente per generare interesse e domanda attorno a un brand o prodotto. Sfruttando contenuti visivi coinvolgenti e l’intelligenza artificiale di Google, queste campagne permettono di raggiungere un pubblico più ampio e migliorare le performance pubblicitarie. Vuoi avviare una campagna Demand Gen per la tua azienda? Contattaci per una consulenza personalizzata e scopri come possiamo aiutarti a ottenere risultati concreti con Google Ads! Contattaci

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