Categoria: Inbound Marketing

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L’importanza del logo per il brand

Brand identity: comunicare la propria immagine aziendale Con il termine Brand Identity si intende la molteplicità degli aspetti che identificano un marchio presso il suo pubblico. Vale a dire, l’insieme di quegli elementi grafici, di contenuto, di politica in fatto di comunicazione, che concorrono a determinare il modo in cui un marchio viene percepito. Il brand non è solo un logo, un prodotto o un’azienda: è sostanzialmente l’immagine che di tutto questo viene proiettata verso l’esterno, e che determinano il gradimento e quindi il successo dell’azienda cui appartiene. Le grandi realtà hanno fatto della Brand Identity un punto chiave nello sviluppo del proprio piano aziendale. Pensando ai grandi marchi come Coca Cola o Adidas, abbiamo subito un’immagine ben precisa: il logotipo, i colori, il range prodotti, il messaggio pubblicitario. Questo perché sono realtà multinazionali che hanno investito molto nel riconoscimento dell’immagine aziendale. Ma i princìpi di massima sono esattamente gli stessi anche per le piccole realtà imprenditoriali: avere un logo e un’immagine coordinata facilmente riconoscibile identifica subito l’azienda nella mente del pubblico di riferimento, comunicando i valori e la mission in primis. Ecco dunque che il logo diventa l’elemento di riconoscimento per eccellenza, la veste grafica che per forma e colore incarna l’anima stessa dell’impresa. Gli elementi per un logo di successo Per adempiere la sua funzione non è possibile affidarsi a un logo banale, non rappresentativo e arrangiato alla buona. Ricordiamo che la creatività va pagata, il suo valore supererà sempre e comunque il suo costo. Analizziamo le caratteristiche che un buon logo deve possedere per rimanere impresso nella mente del cliente. Rappresentativo: il logo deve quindi identificare subito il tuo marchio nel mercato di riferimento.Unico: loghi banali e ripetitivi vanno evitati a ogni costo.Essenziale: troppi dettagli distraggono l’attenzione e confondono le idee.Utilizzabile: il suo valore per l’immagine del brand deve renderlo utilizzabile in ogni ambito aziendale.Leggibile: va da sé, la qualità del logo deve renderlo leggibile su qualsiasi tipo di supporto. Pay-off: il logo deve essere associato a una frase semplice, identificativa e facile da ricordare, che nella mente del cliente si leghi subito e irrimediabilmente al logo e quindi al brand.   Il logo è dunque la chiave di accesso alla memoria del consumatore, l’elemento basilare che renderà il nostro brand riconoscibile tra mille. Un’attenta analisi del marchio renderà chiare le caratteristiche di cui il nostro logo avrà bisogno per distinguersi ed emergere, e legarsi al nostro prodotto. Il logo: forme e parole L’importanza del logo per il brand salta dunque subito all’occhio. Ma come procedere nello scegliere ciò che è davvero rappresentativo? Dando una rapida occhiata ai loghi di successo possiamo notare che alcuni sono composti solo da parole, quasi sempre il nome aziendale. Questa scelta rende il brand identificabile da subito attraverso un nome e un carattere tipografico, nonché un colore frutto di un adeguato studio di mercato che comprende gli effetti psicologici del colore sulla mente umana (ad esempio Coca Cola, Ferrero ecc…) Altri famosi loghi hanno giocato sulla rappresentazione grafica del nome, aumentando la riconoscibilità e giocando sulle qualità visive di un oggetto (esempio celebre e immediato, la Apple). Ricordiamo inoltre che il logo è formato da diversi elementi: Il logotipo: è la scritta identificativa, il carattere. Pittogramma o ideogramma: sono i simboli più o meno iconici che distinguono, attraverso un disegno unico per colori e forme, i tratti una determinata azienda, rendendo il referente immediatamente riconoscibile. Quando questi due elementi si uniscono nasce il logo, un elemento grafico-testuale costituito da una parola, da un acronimo o da una semplice lettera. Come già detto, colori e forme sono elementi decisivi per la riconoscibilità del legittimo proprietario. Un lasciapassare per il mercato, una chiave di accesso Il logo è dunque la chiave di accesso alla memoria del consumatore, l’elemento basilare che renderà il nostro brand riconoscibile tra mille. Un’attenta analisi del marchio renderà chiare le caratteristiche di cui il nostro logo avrà bisogno per distinguersi ed emergere, e legarsi al nostro prodotto. Originalità, creatività, solide skills imprenditoriali, e un’attenta politica di contenuti, renderanno iconici tutti gli elementi associati al nostro brand. Il design è fondamentale per la realizzazione del logo, un’esperienza artistica che riesce a dare vita all’anima del brand, realizzando una solida immagine nel mercato e nella percezione che l’acquirente ha dei nostri prodotti e del nostro marchio. Dalla combinazione di idee e di professionalità, passando da una storia aziendale ben raccontata, il logo è quell’elemento chiave che spesso si trasforma, molto più del prodotto in sé, in un lasciapassare per il cuore del cliente (pensiamo ad Apple: i suoi sostenitori sfegatati comprano i prodotti non solo per il loro valore qualitativo o economico, ma anche e soprattutto per tutto ciò che quella mela, quel logo, rappresenta).

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Quali sono i 3 obiettivi principali Seo

Quali sono i principali di un’azione SEO? L’obiettivo principale della SEO (Search Engine Optimization) non è solamente l’ottimizzazione del posizionamento organico sulle pagine dei risultati dei motori di ricerca (SERP) ma anche il raggiungimento degli obiettivi aziendali sul web del nostro sito. Infatti una posizione migliore rispetto ad un’altra porta certamente maggiore visibilità ma l’obiettivo principale dovrebbe essere l’aumento delle visite. Vediamo insieme quali sono gli obiettivi principali misurabili e soprattutto realizzabili del nostro lavoro sul SEO: Contatti – intercettare il nostro target Sicuramente in fase di pianificazione marketing hai definito il tuo cliente ideale (traffico profilato). Avere tanto traffico che non porta a nessuna conversione, in quanto il target non è stato definito correttamente, non porta a nulla di concreto. Intercettare gli utenti del tuo target interessati all’acquisto di un prodotto/servizio offerto dal tuo sito web è il primo obiettivo del SEO. Che il tuo sito sia un e-commerce o che sia un sito istituzionale sicuramente si rivolge ad un particolare target di utenti e non a tutti.Qui entrano in gioco le parole chiavi cosiddette “a coda lunga” che dovrebbero essere comprese in un piano SEO strategico in quanto non generano un altro traffico organico ma un traffico cosidetto “di nicchia” per il semplice motivo che sono ricercate da un target profilato. Che il tuo sito sia un e-commerce o che sia un sito istituzionale sicuramente si rivolge ad un particolare target di utenti e non a tutti. Qui entrano in gioco le parole chiavi cosiddette “a coda lunga” che dovrebbero essere comprese in un piano SEO strategico in quanto non generano un altro traffico organico ma un traffico cosidetto “di nicchia” per il semplice motivo che sono ricercate da un target profilato. Visite – aumentare il traffico al nostro sito web Se le parole chiave definite a monte intercettano efficacemente il bisogno dei nostri utenti target questo porterà ad un’azione che potrebbe essere una richiesta informazioni o il consenso alle comunicazioni commerciali. Questo passaggio dipende da da due fattori: l’ottimizzazione delle parole chiave e l’ accessibilità e l’usabilità del nostro sito web.(se un utente non trova quello d cui ha bisogno nel giro di pochi secondi abbandona il sito). Vendite – portare il nostro target all’azione La conversione dei nostri lead in prospect è l’obiettivo finale della SEO, ossia far diventare il nostro utente (lead) che ha richiesto informazioni, un utente (prospect) che ha cioè l’intenzione di comprare effettivamente qualcosa o fornirsi del nostro servizio.

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Le fasi di una strategia di Inbound Marketing

Avere una presenza sul web non basta, per entrare nel “cuore” del proprio pubblico bisogna strutturare una strategia finalizzata alla fidelizzazione. Ragion per cui ci viene incontro la strategia di inbound marketing, scopriamone le varie fasi. Come abbiamo già detto nel nostro articolo precedente, l’inbound marketing si basa su una serie di azioni chiamate touchpoint, il cui scopo è attrarre l’attenzione il pubblico verso l’attività commerciale. Solitamente, quando si pensa alla pubblicità, non si può fare a meno di non ricordare con un pizzico di noia le telefonate invasive e le fastidiose interruzioni pubblicitarie durante la visione di un film. Oggi, grazie anche ai nuovi network, è cambiata anche la modalità promozionale e la percezione stessa della pubblicità sta cambiando, con contenuti sempre più mirati al proprio pubblico di riferimento. Niente più interruzioni o chiamate indesiderate ma contenuti di qualità e coinvolgenti in grado di stimolare l’interesse del pubblico. L’inbound marketing, quindi, opera attraverso un percorso che consente di passare dalla fase di totale inconsapevolezza del brand a quella in cui il cliente non solo è fidelizzato ma può diventare egli stesso promotore dell’attività in maniera del tutto spontanea. Come procedere allora? Ecco le varie fasi.   1 Prima fase: ATTRACT È in questa fase specifica che dovrai occuparti dello studio dell’analisi del tuo target di riferimento. Inizia pianificando specifiche attività di SEO sui motori di ricerca, puntando su ricerche con molto volume di traffico ma con keyword specifiche o con parole chiave lunghe e mirate (definite long tail keyword) che hanno meno concorrenza. In generale, un ruolo importante per convogliare il traffico sul proprio sito web è attraverso le attività di Content Marketing, con contenuti sul blog del proprio sito internet e poi successivamente condivisi sui social network. I contenuti possono essere articoli, guide, e-book, video, grafiche, video o infografiche. Ovviamente, ogni argomento trattato sui contenuti, deve essere studiato in modo da supportare l’offerta aziendale, per una B2B, ad esempio, potrebbe essere una guida o un prodotto usato dai professionisti, mentre nel B2C, potrebbero essere consigli e abbinamenti tra i prodotti che proponi nel tuo e-commerce.   2 Seconda fase: CONVERT Una volta catturato l’interesse del tuo pubblico sei pronto per la fase di conversione a “Lead”. Per riuscire in questa operazione è necessario “stuzzicare” il proprio pubblico tramite CTA (ovvero CALL TO ACTION) che hanno lo scopo di calamitare il pubblico attraverso frasi studiate per suscitare un’azione specifica da parte del cliente. Ad esempio, potresti offrire ai tuoi potenziali clienti dei prodotti in omaggio, oppure dei contenuti gratuiti in cambio di un form di iscrizione in cui lasceranno le proprie informazioni di contatto. Una volta che il cliente avrà cliccato su una Call to action, sarà indirizzato su una landing page dove potrà immettere i suoi dati e ricevere quanto promesso dal post. In questo modo, l’operazione risulterà meno invasiva ed entrambe le parti avranno ottenuto un beneficio. Una volta ottenuti dati dal tuo pubblico, inoltre, puoi pensare di inviare a loro delle email promozionali tramite newsletter.   3 Terza fase: CLOSE Ora che hai trasformato i visitatori della landing page in lead, procedi verso la fase della conversione in clienti. In questa fase è necessario sfruttare al massimo il CRM, ovvero il Customer Relationship Management, un software che aiuta l’azienda a gestire e ottimizzare le interazioni con i prospect e i clienti attraverso tutti i dati raccolti in precedenza. Il CRM tiene traccia di tutti i tuoi contatti e delle loro abitudini, monitora il loro interesse e le loro attività ed invia loro email specifiche. Tutta questa fase ha come scopo quello di andare a colpire i bisogni specifici delle persone proponendo loro prodotti e contenuti ad hoc. Un cliente che vedrà tutte queste attenzioni verso sé, sarà più invogliato ad acquistare il prodotto, specie se il cliente vede un prodotto di suo interesse.   4 Quarta fase: DELIGHT La fase finale dell’inbound marketing è definita Delight e sostanzialmente si tratta di coccolare sia lead che clienti, continuando a proporre loro contenuti di qualità che si basano sui loro bisogni anche dopo che hanno effettuato un acquisto. Infatti, non dobbiamo abbandonare mai il cliente una volta raggiunto lo scopo, ma è invece importante rimanere in contatto con lui, aggiornandolo sui nostri prodotti e servizi in maniera tale da invogliarlo a scegliere nuovamente la nostra attività e, magari, consigliarla ad amici e parenti. Cosa puoi fare in questa fase? Puoi proporre sondaggi in modo da migliorare il servizio offerto, oppure, monitorare le interazioni degli utenti in modo da poter comprendere quali sono gli argomenti che più fanno breccia in loro. Quindi, queste sono le quattro fasi dell’inbound marketing e sono tutte necessarie per attuare la strategia in modo efficace. Non ti resta che cominciare! Noi di Net-Informatica, infatti, siamo specializzati non solo nella realizzazione di piani marketing per la tua attività, ma anche in strategie di inbound marketing atte a migliorare le tue vendite. Scrivici per una Consulenza gratuita, saremo felici di ascoltare i tuoi obiettivi e aiutarti a renderli concreti, realizzando la strategia di inbound marketing più adatta a te!

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Inbound marketing per il B2B
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Inbound marketing per il B2B

Come attirare il pubblico verso il proprio Business? Questa è la grande domanda di tutte le aziende a cui l’inbound marketing (anche per ciò che riguarda il b2b) ha dato risposta. Chiunque voglia intraprendere un percorso imprenditoriale dovrà necessariamente prendere in considerazione di strutturare campagne di marketing. L’inboud marketing è quella strategia che si basa sui contenuti di valore capaci di attirare uno specifico pubblico attraverso diversi punti di contatti chiamati touchpoint. Gli utenti che arriveranno al tuo business diventeranno prospect, poi clienti e, successivamente, diverranno loro stessi promotori del tuo business. L’obiettivo di questa strategia è infatti quello di generare lead di qualità che favoriscano il ciclo di vendita incentivando i partner commerciali. Costruire una strategia di inbound marketing per il b2b Come abbiamo già spiegato, l’inbound marketing è una strategia che poggia le basi su una comunicazione di valore. Bisogna, innanzitutto, partire dalla “Buyer persona”, ovvero, un modello di voci predefinite che rispecchiano le caratteristiche del target su cui si vuole fare breccia. I parametri di riferimento sono: Dati anagrafici Istruzione Hobby Professione Obiettivi Interessi Necessità Approccio al Web Nel caso in cui tu non abbia una panoramica chiara del tuo pubblico di destinazione, potresti: Redigere un elenco di clienti esistenti raccogliendo tutti i loro dati ,mappando, così, il percorso d’acquisto; Intervistare i clienti più fedeli e scoprire il percorso che li ha portati a conoscerti e a scegliere il tuo business; Metterti sempre nei panni del tuo pubblico per comprendere meglio le loro esigenze. Nel caso del settore B2B, le Buyer personas non sono solo consumatori finali, ma si tratta spesso di direttore del marketing, export manager, insomma, coloro che hanno il compito di cercare nuove collaborazioni professionali. Bisogna anche considerare che le abitudini dei Prospect B2B sono cambiate. Se prima i Buyers dipendevano o ricevevano passivamente informazioni dai commerciali, dal telemarketing o dai servizi pubblicitari in tv, oggi, sono più reattivi ai contenuti che vedono online o addirittura sono loro stessi a ricercare online informazioni sull’azienda o sul prodotto. Possono anche scegliere di interagire o meno alle inserzioni pubblicitarie e filtrare i messaggi pubblicitari della propria posta elettronica. Se il pubblico è reattivo di fronte alle proposte pubblicitarie, altrettanto devono fare le aziende. Non importa se il target sia un fornitore o un consumatore diretto, perché in entrambi i casi bisogna definire i diversi canali adatti alla promozione del tuo business attraverso le tecniche che adotterai per: Attrarre traffico sul tuo Store online; Convertire utenti in contatti commerciali; Convertirli in lead; Trasformarli in clienti; Fidelizzarli. Cosa prevedere nella strategia? Pianifica o implementa il tuo piano di Inbound marketing in base alla caratteristica dell’azienda; Revisiona il tuo e-commerce nell’ottica Growth Driven Design, ovvero, un approccio sistematico del sito web che riduce i tempi di avvio utilizzando dati reali e apprendimento e miglioramenti continui; Gestione del piano editoriale per la creazione e la pubblicazione regolare dei contenuti per attrarre il target; Sviluppo di Workflow e processi di marketing automation; I canali possono essere gli stessi del B2C ma a cambiare sono i contenuti proposti sulle buyer personas. Potresti aprire una sezione blog sul tuo sito condividendo articoli utili ed informativi per educare il prospect ma anche per aumentare l’autorevolezza della tua attività. Inoltre, il blog è utile anche per strutturare una lead generation, perché se l’utente trova utile i contenuti del tuo blog sarà più propenso ad iscriversi alla tua Newsletter. Allo stesso modo, anche le email devono offrire contenuti in linea con gli interessi dei propri utenti. Infine non dimentichiamo i social: su tutti LinkedIn spicca per essere i social dei professionisti, pertanto ti tornerà utile per filtrare il tuo pubblico B2B. Richiedi una consulenza gratuita a Net Informatica L’Inbound Marketing è la strategia giusta per attirare visite al sito, generare contatti in ottica b2b e convertirli in clienti e Net-Informatica vanta un’esperienza pluriennale sul campo. Richiedici una consulenza gratuita, i nostri esperti di marketing ti illustreranno la soluzione migliore per la tua attività e sapranno offrirti la massima efficienza operativa.

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Inbound marketing: cos’è e come funziona
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Inbound marketing: cos’è e come funziona

Vuoi attirare i potenziali clienti verso il tuo business? Questa strategia ti aiuterà ad aumentare l’interesse del tuo pubblico di riferimento verso la tua attività. Scopri cos’è l’inbound marketing e, soprattutto, come funziona in modo da sfruttarne al meglio le potenzialità. Termine coniato per la prima volta nel 2005 da un’agenzia di marketing chiamata HubSpot,l’inbound marketing è una strategia molto diffusa perché considerata da molti efficace e produttiva. Ma in cosa consiste? Si tratta di in una serie di attività volte ad attrarre l’interesse del pubblico e coinvolgerlo verso un determinato business. In sostanza, sono tutte le azioni che puoi eseguire per mettere il tuo pubblico di riferimento a conoscenza della tua attività commerciale o dei servizi che offri. Inbound marketing VS. Outbound marketing Se l’inbound marketing si basa essenzialmente sui moderni mezzi di comunicazione offerti dal web, l’outbound è una forma di comunicazione a freddo che utilizza canali più tradizionali quali pubblicità radio/televisiva, stampa, telemarketing, email, annunci all’interno di giornali, volantini e cartelloni pubblicitari. Ciò che caratterizza questa strategia è il fatto che qualunque attività stia svolgendo il consumatore, viene interrotta da una comunicazione pubblicitaria, ad esempio, uno spot TV che interrompe la visione di un programma in atto. Quindi, se l’outbound cerca attivamente nuovi potenziali clienti attraverso messaggi unidirezionali e generici, l’inbound ha il pregio di non fermarsi solo alla mera comunicazione pubblicitaria, ma crea dei contenti di valore in grado di coinvolgere un pubblico specifico. Inoltre, con l’inbound marketing, è possibile analizzare i dati che si ricevono dalle campagne pubblicitarie e le interazioni con gli utenti (al contrario dell’outbound in cui non si può misurare il ROI – Return on Investment). Come funziona l’inbound Marketing Oltre ai contenuti, l’inbound marketing si basa anche sulle call-to-action che invitano il pubblico interessato ad un landing page in cui possono trovare prodotti, informazioni, eventuali promozioni e sconti, ect. Ecco le 4 fasi principali che compongono il funnel inbound marketing: Attract. In questa fase vengono creati dei contenuti come grafiche, video e articoli, studiati e pensati per attrarre una determinata fascia di pubblico. Questi contenuti si trovano tranquillamente sui canali social e sul web e tengono conto delle ricerche degli utenti e delle richieste del mercato; Convert. Una volta attirata l’attenzione dell’utente e diventato abituale frequentatore del sito, l’obiettivo sarà di trasformarlo in un lead (contatto) ottenendo informazioni specifiche, ovvero i suoi dati personali e quelli sul suo comportamento di navigazione. Possiamo ottenere queste informazioni tramite iscrizione a newsletter oppure attraverso la compilazione da parte dell’utente di un form di contatto per presa appuntamenti o per scopi promozionali; Close. Acquisizione del cliente. A questo punto i brand devono iniziare un processo di fiducia e autorevolezza, adottando stratagemmi come il marketing automation, il lead nurturing e il social media monitoring, così da rafforzare il rapporto con il cliente appena acquisito; Delight. In questa fase ci si occupa di offrire valore ai clienti già consolidati (anche se post-prima vendita). Possiamo portarli a effettuare altre conversioni e diventare essi stessi promotori dell’azienda parlando di noi ad amici e parenti (in questo caso si parla di referral marketing) Per concludere, l’inbound marketing non è solo attività pubblicitaria fine a se stessa come accadeva un tempo per l’outbound marketing, ma un’attività dinamica volta a coinvolgere e creare interazioni dinamiche con gli utenti.

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